‘Ndrangheta e riscatto, a Vibo incontro con il liceo “Capialbi”
L’Archivio di Stato ha ospitato l’evento “Libriamoci”, in collaborazione con il coordinamento provinciale “Libera”. Presentato il libro “Ragazza del Sud” di Titti Preta
La sala convegni dell’Archivio di Stato ha ospitato la presentazione alle classi del liceo Socio-pisco pedagogico “Capilabi” del romanzo “Ragazza del Sud” , vincitore del premio letterario “Una perla nell’Oceano” 2016. Il volume della docente e scrittrice Titti Preta, aveva primeggiato nella sezione speciale “Ciò che Caino non sa”, dedicata alla violenza sulle donne, tematica dell’opera insieme a quella della mafia. L’appuntamento, inserito nelle giornate di lettura nelle scuole “Libriamoci”, è nato dalla collaborazione tra Mibact, l’associazione “Libera” e il Liceo. L’incontro formativo ha interessato la classe IV G indirizzo socio-umanistico, accompagnata dal docente Pino Cinquegrana. Non sono mancati momenti di reading espressivo da parte dell’autrice.
Ai saluti introduttivi del direttore dell’Archivio Vincenzo Misitano e del vice-direttore Marilena Di Renzo, ha fatto seguito il contributo di un testimonial d’eccezione nella lotta alla mafia, monsignor Giuseppe Fiorillo, coordinatore provinciale di “Libera” che ha ampiamente spiegato cosa voglia dire ‘ndrangheta ai ragazzi, offrendo esempi concreti. Presente all’incontro anche Franca Falduto, responsabile regionale Politiche giovanili e Consulte studentesche dell’ Usr. A spingere verso la trattazione di tematiche tanto delicate «l’indignazione e il rifiuto di ogni tipo di violenza – ha spiegato la Preta – dalla più sottile a quella più coercitiva». L’audace protagonista Lory, figlia della Calabria più arretrata «incappa per amore nella mafia e si trova, guidata dalla passione per Pietro (‘ndranghetista emergente, implicato in una faida) a rapportarsi con una realtà terribile, fatta di silenzi, vendette, paura».
Un lento quanto doloroso processo di autodeterminazione e ribellione all’interno della quale, con grande umiltà, si tratteggia la storia umana di Pietro che vorrebbe rinunciare alla mafia, ma non riesce a compiere l’emancipazione che la sua compagna effettuerà. «La condizione femminile – continua la Preta – è narrata con gli occhi e il linguaggio di un’adolescente di un paese del Sud ancora rinchiuso nei suoi atavici condizionamenti di microcosmo sociale, in cui le donne sono doppiamente vittime di retaggi culturali profondamente radicati».
“Ragazza del Sud” è una «storia di due vite parallele sospese, tra il bene e il male, in un paesaggio selvaggio e millenario: l’Aspromonte, di cui si riecheggiano paesaggi e leggende. Non mancano i colpi di scena e i momenti tragici e si ripercorre la storia della ‘ndrangheta dagli anni 70 ad oggi. Un personaggio importante – aggiunge la docente – è quello del giudice, in prima linea contro la mafia, a costo della vita. Per delinearlo mi sono ispirata al mio idolo: Nicola Gratteri». Fondamentale, per la docente, spiegare l’importanza della denuncia: «Mai tacere. Il silenzio uccide, non la parola e il confronto civile. E poi narrare serve, sempre e comunque, anche se i temi sono arci noti perché la letteratura è ri-novellare, ri-affabulare, ri-scrivere. Non è un fatto di citazionismo, ma di insistenza dei ricordi».
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