I monaci della Certosa di Serra San Bruno a Mileto sulle tracce della fede
Dopo la visita alla tomba di Natuzza Evolo, alla Cattedrale e al Museo statale, l’incontro con il vescovo Luigi Renzo. Ripercorso il legame d’amicizia tra il loro fondatore, Brunone di Colonia, e Gran Conte Ruggero d’Altavilla
È stata una giornata “particolare”, quella vissuta l’altro ieri dai monaci della Certosa di Serra San Bruno. Fuori dagli schemi e dai luoghi abituali, e tuttavia sempre indirizzata ad elevare lo spirito al Dio creatore.
Visitando i luoghi religioso-culturali cardine di Mileto, ripercorrendo la via della fede e le tracce dello stretto legame di amicizia tra il loro fondatore, Brunone di Colonia, e il nobile Ruggero I d’Altavilla, quest’ultimo nell’anno mille artefice dell’elevazione dell’urbe a capitale della propria contea normanna.
Il priore dom Basilio Trivellato e gli altri sette certosini, accompagnati dal fido Francesco, con il loro tipico saio bianco hanno iniziato la visita-pellegrinaggio a Mileto trascorrendo nella mattinata alcune ore all’interno della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati, sostando in preghiera nella cappella della Casa per Anziani “Monsignor Pasquale Colloca” e davanti alla tomba della mistica con le stigmate Natuzza Evolo, morta nel giorno di Ognissanti del 2009.
Successivamente, il trasferimento pomeridiano nella sede della più antica diocesi di rito latino del Meridione, dapprima per la recita dell’ora media nella Cattedrale, in un secondo tempo per la visita guidata al locale Museo statale, per ammirare i capolavori in esso presenti e, in particolare, lo splendido seicentesco crocifisso in avorio dell’Algardi, prototipo di una serie di rappresentazioni artistiche sparse in Italia e all’estero.
Infine, l’incontro con il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo. Un colloquio non programmato e, tuttavia, forse proprio per questo ancora più bello, durato circa 30 minuti e consumatosi in un clima di grande cordialità e di reciproco rispetto, conclusosi con l’augurio di un arrivederci a presto, magari nella magica atmosfera della Certosa di Serra, realizzata alla fine dell’anno mille proprio su terreni donati a San Bruno dal “Gran Conte” Ruggero I d’Altavilla.
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