Erasmus: studenti vibonesi del “Capialbi” in visita a Malta
Due settimane per migliorare l’idioma inglese. Lezioni intervallate da escursioni e momenti conviviali
Due settimane per migliorare l’idioma inglese concedendosi una vacanza a Malta. Con questi presupposti 28 studenti (25 ragazze e 3 ragazzi) dell’Istituto statale “Vito Capialbi”, il 28 marzo hanno lasciato le rispettive classi per una full immersion di 15 giorni nelle isole maltesi. Obiettivo: apprendere attraverso la professionalità di docenti qualificati e incentrati sul mondo del lavoro, nella piacevolezza di un interessante viaggio nella cultura e nella bellezza di un territorio che ha tanto da far scoprire. Lezioni mirate ma intervallate da momenti conviviali ed escursioni, per apprendere in modo naturale e leggero, scardinando così le canoniche nozioni grammaticali offerte dai libri. Da qualche anno il “Capialbi” ha incrementato l’offerta formativa con i progetti Erasmus in partnership con diversi Stati europei.
E, l’importante esperienza all’estero diventa il valore aggiunto per gli studenti che con profitto implementano il loro bagaglio culturale ed aprono le menti attraverso un’esperienza unica che li pone a crescere in una visuale internazionale, proiettati così a divenire cittadini del mondo. Linguaggi aperti che, nella piacevolezza di nuovi viaggi, aiutano anche a scoprire nuove culture. Su questo puntano il dirigente scolastico Antonello Scalamandrè e la referente per i progetti Erasmus, Maria Pia Perri. Dunque, sino al 13 aprile, accanto ai 28 ragazzi vi saranno la docente Sara Marasco ed i tutor dell’Its “Monaco” di Cosenza, Aida Bruni e Manlio Scanzilli, nonchè Fidas Aboulezz, tutor referente a Malta. “Credo questi viaggi all’estero siano molto importanti per i nostri studenti – dichiara una soddisfatta professoressa Sara Marasco – perchè oltre a migliorare la loro conoscenza con l’inglese, imparano a stare insieme e a socializzare in modo costruttivo. Da non sottovalutare l’importanza di vivere la lingua in modo vivo, non come materia scolastica ma come un mezzo per comunicare con il mondo”.