L’arte iconografica nelle opere di Michela Ferrara – Video
Un mestiere che racchiude in sé tante competenze: da quelle tecniche allo studio teologico, passando per una «chiamata interiore»: «Nulla è lasciato al caso, dai materiali alle forme»
Definirlo mestiere è riduttivo, definirla arte è più appropriato ma forse in parte anche fuorviante. Perché quello dell’iconografo è un lavoro che racchiude in sé tante competenze: quelle tecniche, sicuramente. Ma che devono fondarsi su un background teologico e soprattutto su una chiamata. Una chiamata interiore. Lo spiega bene Michela Ferrara, artista di Santa Domenica di Ricadi che le sue opere le realizza e le espone in numerose mostre in giro per la Calabria. «L’icona ha dei canoni ben precisi, non ci si può inventare nulla», racconta. Bando all’improvvisazione, dunque, e spazio alla tecnica pura. Niente è lasciato al caso, anche i materiali hanno un loro significato. «Si usa l’oro zecchino, simbolo di purezza. Si usano materiali pregiati, anche per i colori». Il tempo impiegato per realizzare l’opera varia a seconda della difficoltà. «Ce ne sono alcune, più piccole, per cui si impiega qualche settimana, altre invece necessitano anche di un mese o più».