L’Affruntata e i riti della Settimana Santa di Vibo presentati al Senato: «Orgogliosi di mostrare all’Italia ciò che siamo»
Dopo la Bit di Milano le tradizioni pasquali vibonesi fanno tappa a Roma su iniziativa del segretario regionale del Pd Nicola Irto. Al tavolo dei relatori il sindaco Romeo, l'assessore Soriano e don Rosano

Si è svolta ieri a Roma, nella cornice di Palazzo Carpegna – sede di alcuni uffici del Senato -, la conferenza stampa sui riti della Settimana Santa di Vibo Valentia voluta dal senatore e segretario regionale del Partito democratico, Nicola Irto. Presenti al tavolo dei relatori, il sindaco Enzo Romeo, l’assessore alla cultura Stefano Soriano e don Pasquale Rosano, in rappresentanza della Diocesi Mileto-Nicotera-Tropea in assenza del vescovo Attilio Nostro che non è riuscito ad essere presente. Ad aprire l’incontro, moderato dalla giornalista calabrese Karen Sarlo, le parole del senatore dem che ha evidenziato: «Innanzitutto ringrazio i presenti, ed in particolare l’assessore Soriano che mi ha parlato delle tradizioni che da anni si rinnovano a Vibo e che molto spesso non riescono ad avere una eco ampia anche a livello regionale. Da lì è nata l’idea di presentarle qui al Senato della Repubblica perché è giusto che ci sia anche un elemento di valorizzazione di ciò che rappresentano un patrimonio della nostra terra e poterlo fare in questa sede penso che abbia un significato enorme. Valorizzare il nostro territorio significa poterle raccontare le cose e quindi a Vibo finalmente c’è un’amministrazione che vuole avere uno sguardo alto in questo senso».
A febbraio alcuni amministratori avevano già presentato le particolari tradizioni pasquali in un’altra vetrina nazionale, la Bit di Milano, ed è proprio questo che ha messo in evidenza Enzo Romeo nel suo intervento: «Orgogliosi di poter portare all’attenzione nazionale ed internazionale ciò che siamo, ciò che siamo stati, ciò che questa città non ha mai messo in evidenza, perché Vibo Valentia ha una storia lunghissima ed una cultura da poter mostrare, da esportare, ma la Settimana Santa è un momento particolarissimo, in cui la pietà popolare viene messa in evidenza e ciò rappresenta un momento di splendida spiritualità. Noi pensiamo che quella che è la valorizzazione della nostra storia possa essere un punto di attrazione per la città, e lo abbiamo pensato fin da subito, quindi stiamo portando avanti ciò che ci eravamo ripromessi, perché noi a Vibo non abbiamo solo splendide spiagge o bellezze naturalistiche ma abbiamo queste tradizioni che sono un qualcosa da mettere in evidenza perché può diventare anche un fattore per la valorizzazione economica della nostra città».
Ad esporre, invece, gli eventi in programma per la Settimana Santa che è alle porte, l’assessore Stefano Soriano: «La Settimana Santa sarà la stessa di ogni anno ma si arricchirà di una nuova rappresentazione che si chiamerà “Opus Sacrum”, andrà in scena di mercoledì e sarà suddivisa in più passaggi rispetto agli anni passati. Ovviamente la cosa bella è che noi abbiamo deciso da subito di puntare sui riti della Settimana Santa perché li si mescola la cultura, la tradizione e la religiosità che in tante parti d’Italia e del mondo fanno turismo. In più, il 16 maggio saremo presenti al Salone del libro e presenteremo alcuni libri che riguardano i nostri riti, proprio per dare continuità a quello che abbiamo deciso di fare, cioè promuovere questa bellissima Settimana che culmina la domenica con l’Affruntata, uno spettacolo immenso che richiama tantissime persone».
Ha chiuso la conferenza stampa, don Pasquale Rosano, che ha messo in luce l’aspetto religioso, quindi con un occhio diverso rispetto agli interventi precedenti: «Prima sentivo parlare di turismo, ben venga, ma la Chiesa ha un altro punto di vista, ne abbiamo parlato anche nel Sinodo ponendo grande attenzione al Sud. Per quanto riguarda Vibo, ha una grande cultura, basti pensare che l’Affruntata si data tra la metà del ‘500 e l’inizio del ‘600, quindi un bel po’ di anni. È bello puntare sul potenziale anche turistico, però ci sono degli aspetti anche di natura antropologica e teologica, il cui significato ci racconta che un tempo si utilizzava questo rituale così bello per raccontare qualcosa anche alle classi più povere. Ma un elemento che mi ha colpito moltissimo l’anno scorso, è stato quello umano, l’esplosione di gioia che c’è quando cade il manto nero dalla Madonna, quindi oltre alla questione prettamente turistica c’è anche tantissimo altro da dire e riguarda questo movimento di speranza, di gioia, di colore».