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Tu sei mio fratello e altri racconti: la recensione del libro di Maria Murmura Folino tra narrazione, memoria ed etica condivisa

Il volume edito da Libritalia è stato presentato a Vibo nella sala dedicata al poeta Pasquale Enrico con al tavolo dei relatori Filippo Prestia, Gilberto Floriani, Romeo Bufalo, Fulvio Librandi, Loredana Pilegi ed Enrico Buonanno

Tu sei mio fratello e altri racconti: la recensione del libro di Maria Murmura Folino tra narrazione, memoria ed etica condivisa

di Pierluigi Rotundo
La vita alle volte favorisce incontri singolari, di cui tanto vorremmo imbocciolarne la straordinarietà, per riviverne nel tempo la loro essenza. Questo desiderio, tuttavia, stride spesso coi limiti pratici della natura umana che, comunque, salda emozioni e sensazioni nell’intimo delle proprie sfere. Sorprendentemente, però, accade talvolta di trovarsi dinanzi alla generosità di chi, inconsapevolmente, esaudisce questa muta, inespressa speranza, fissando nella musica, letteratura ed in altre forme d’arte, il genio dei propri crismi, utili all’altrui crescita e godimento. È questo il concetto in cui si inquadra, ancora una volta, l’incontro con una figura prismatica, impegnata da sempre nel sociale alla stregua delle proprie vocazioni: Maria Murmura Folino. Moglie del compianto senatore vibonese Antonino, musicista, avvocato e docente di “Storia della musica” ed “Estetica musicale” a Vibo Valentia e a Roma, è da sempre figura di spicco nel panorama culturale contemporaneo.

La presentazione del libro

L’impegno, tra la fondazione e presidenza del locale “Convegno di Cultura Maria Cristina di Savoia” e quella in loco dell’”Unitalsi”; dall’istituzione degli “Amici della musica – Francesco Cilea” a quella de “Gli amici del teatro” e ad altri sodalizi tuttora fiorenti, registra pioneristica espressione nella scoperta e valorizzazione della figura, dimenticata nel Paese, del musicologo italiano Fausto Acanfora Torrefranca, natio di Monteleone Calabro e qui sconosciuto, a cui fece sì venisse dedicato un premio pianistico internazionale, un convegno scientifico ed intitolato il Conservatorio cittadino. Pur di ciò si è parlato lo scorso 26 Febbraio a Vibo Valentia, negli spazi di palazzo Murmura dedicati alla memoria di Pasquale Enrico (giovane poeta dannunziano ed umanista mancato a ventuno anni nel 1924), dinanzi ad un folto pubblico ritrovatosi per la presentazione dell’ultima fatica editoriale dell’artista

L’incontro, apertosi col saluto del neopresidente la sezione vibonese il “Comitato Dante Alighieri“, Filippo Prestia, e moderato da Gilberto Floriani, fondatore e storico direttore del “Sistema bibliotecario vibonese“, si è pregiato delle qualificate prolusioni di Romeo Bufalo e Fulvio Librandi, cattedratici calabresi di lungo corso, ricevendo il saluto del vicesindaco della città, Loredana Pilegi, e dell’editore del volume, Enrico Bonanno. “Tu sei mio fratello e altri racconti” (Libritalia, Giugno 2024, pp. 121, euro 15): una silloge di storie realmente accadute, in cui l’autrice, senza un preciso intento letterario, mette in evidenza, con lume e levità, valori offesi dal contingente. 

È col viaggio della speranza di Mahad verso l’Italia che ci parla dell’humanitas degli uomini; di un adolescente che riconsegna alla vita un bambino sottratto al deserto africano. Con l’orizzonte largo di donne illuminate, invece, racconta la bontà di chi, cristianamente, inverte la rotta di vite difficili e talora nella perdizione, di esistenze purtroppo incomprese e inaccettate. E se con la regia sottile di un “famiglio”, dapprima dedito alla risalita del datore in difficoltà e poi inclemente dinanzi alla sua protervia verso la soggiunta buona sorte, sottolinea l’importanza cogente di dover essere nella vita “aghi della bilancia”, morali, dinanzi alle ingiustizie, con la fortitudo di Lucia ci sprona al coraggio di onorare sempre l’esistenza, quand’anche tragica, dolorosa, come quella di chi lo fa accettando una “rinascita” con due identità differenti impostesi nel tempo.

Un’opera, dunque, che per Romeo Bufalo (già ordinario di Estetica presso l’Università della Calabria) ritrova la propria cifra contenutistica-narrativa nella chiave etica, attraverso racconti che dimostrano come «non possa esserci fratellanza senza eguaglianza e solidarietà; e libertà senza eguaglianza», e che si ammagliano nella rete straordinaria di un divertissement, lieve quantunque profondo. L’abilità letteraria di Maria Folino fa sì che nel variopingere momenti, «rispecchiando le situazioni accadute – osserva Bufalo – ritessa il fatto, in una configurazione di sensi del tutto soggettiva», superandone aristotelicamente l’autenticità e narrando la loro possibilità di accadere.

La sua prosa attinge al fondo mnemonico di una vita ricca di scambi, operosa, la cui memoria, però, torna sempre nuova perché «il ricordo soggettivo, vivo, – per Fulvio Librandi, ordinario di Antropologia all’Università della Calabria – origina sempre dal presente e consiste in una selezione anche emotiva delle cose accadute e nella ricostruzione del loro senso. La memoria, in definitiva, racconta il passato ma anche quello che siamo diventati, la prospettiva da cui ora guardiamo il mondo» e «la materia narrata, dunque, non è mai solo il ricordo, ma è il tempo che la scrittrice vive, ciò che è diventata attraverso il mondo». Tutto questo nel profluvio di una linea narrativa concreta e compendiosa, puntuale ed efficace; che, tuttavia, rifulge nella eufonia morbida di una lingua che seduce. Espressione di un’arte che, siam certi, offrirà altri risultati, per cui si formulano, per dirla con Maria Liguori Baratteri (fondatrice e presidente onoraria della sezione vibonese del “Comitato Dante Alighieri”), gli encomi più alti.

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