domenica,Marzo 9 2025

Le ricerche archeologhe di Achille Solano e le grotte di Zungri al centro del libro Corpus speluncarum medioevi

Il libro, a cura delle archeologhe Margherita Corrado e Maria d’Andrea, verrà presentato nella Sala consiliare del Comune della cittadina del Poro

Le ricerche archeologhe di Achille Solano e le grotte di Zungri al centro del libro Corpus speluncarum medioevi
L'insediamento rupestre, immagine dal sito internet delle grotte di ZUngri

Ancora una volta, dopo il dovuto riconoscimento alla figura di Achille Solano con il conferimento della cittadinanza onoraria alla memoria nel dicembre del 2021, l’amministrazione comunale di Zungri guidata dal sindaco Serafino Fiamingo, ospita la presentazione del volume di Achille solano, Corpus speluncarum medioevi. L’insediamento rupestre di zungri, a cura di Margherita Corrado e Maria d’Andrea, archeologhe. L’evento culturale si terrà il giorno 15 marzo alle ore 17.00 nella Sala Consigliare del Comune di Zungri.

Con il conferimento della cittadinanza onoraria, l’Amministrazione comunale di Zungri ha voluto riconoscere alla figura di Achille Solano  il «merito di essere stato il promotore, grazie al suo intenso lavoro, della riscoperta dell’insediamento Rupestre di Zungri che, pur essendo da sempre sotto gli occhi di tutti, e da tutti incautamente frequentato e consumato veniva percepito esclusivamente come un insieme di ambienti parzialmente scavati nella roccia, per attività collegate all’agricoltura  ed alla pastorizia, disconoscendone la valenza e l’importanza culturale, storica ed archeologica».

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Le ricerche di Achille Solano

Fu già dai primi anni degli anni ‘80 che Achille Solano insegnate, studioso, fondatore alla fine degli anni sessanta del secolo scorso del Museo Civico di Nicotera, diede l’avvio ad una campagna di ricerche su tutta l’area del Poro, un altopiano che «a partire dalla preistoria è stato un luogo, un incrocio strategico di destini e storie umane in cui, convergendo popolazioni portatrici di culture diverse, ha agevolato il contatto tra uomini, merci e idee. Qui sono circolati liberamente in un territorio da sempre vocato naturalmente per l’insediamento umano, grazie ad una natura ricca, generosa, particolarmente amica dell’uomo, e che lo ha favorito nelle sue attività di coltivazione, comunità dedite all’allevamento e alla pastorizia». La campagna continuò fino al 1983 quando su molti giornali locali e nazionali apparve la notizia dell’incredibile scoperta di un Insediamento rupestre a Zungri.

Achille Solano fu, quindi, dal punto di vista scientifico e storico, lo scopritore dell’Insediamento Rupestre di Zungri, «quello che aveva intuito, con grande acume ed anticipo sui tempi, il suo ruolo nel contesto della frequentazione antica del territorio». Dal giorno della scoperta e per gli anni a seguire, Achille Solano non smise mai di interrogarsi sull’Insediamento Rupestre di Zungri e sul «suo ruolo nel contesto della frequentazione antica del territorio».

«Ancora in vita, Achille Solano, aveva in animo di pubblicare un lavoro al quale aveva già assegnato il titolo di Corpus speluncarum che raccoglieva le sue riflessioni sul popolamento in grotta dell’altipiano del Poro, partendo proprio dall’Insediamento di Zungri che era stato centrale nei suoi studi per tantissimo tempo, senza peraltro trascurare gli indizi presenti in altri borghi e agglomerati insediativi di dimensioni ridotte, localizzati sul promontorio, proprio nell’ottica di una lettura diacronica del paesaggio nelle sue componenti più diverse». Lavoro che non fu mai pubblicato da Achille Solano ma di cui esistono «diverse stesure dello stesso manoscritto nello suo studio pieno di carte, appunti, documenti, immagini e corrispondenza varia» individuate dalla famiglia che ha affidato alle curatrici del volume, le archeologhe Margherita Corrado e Maria D’Andrea «il compito difficile e complesso di dare ordine, classificare, rendere fruibile e leggibile il materiale e di pubblicarlo in modo tale da poter essere utilizzato sia da dai “dotti” che dalle “masse”, insomma da chi possa appassionarsi e voglia utilizzarlo».

E nell’introduzione del libro si legge ancora: «A noi che abbiamo avuto il privilegio di rendere il manoscritto per quanto possibile fruibile, non rimane che esprimere un pensiero grato al suo impegno e ringraziare la famiglia che ha voluto e permesso che gli appunti del loro congiunto divenissero patrimonio comune fondamentale per la ripresa di nuove indagini, condiviso da tutti».

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