sabato,Marzo 1 2025

Ritorna nel Vibonese l’appuntamento “Domenica al Museo”, domani ingresso gratuito nei poli di Vibo e Mileto

L’iniziativa viene promossa ogni prima domenica del mese dal Ministero della Cultura. Coinvolti il Museo archeologico di Vibo e quello nazionale di Mileto

Ritorna nel Vibonese l’appuntamento “Domenica al Museo”, domani ingresso gratuito nei poli di Vibo e Mileto
I Musei di Vibo e Mileto

Anche nel Vibonese si rinnova il tradizionale appuntamento “Domenica al Museo”, proposto dal Ministero della Cultura su scala nazionale la prima domenica del mese. L’iniziativa prevede l’ingresso gratuito in tutti i musei e parchi archeologici di pertinenza del Mic. Per quanto riguarda la provincia di Vibo Valentia sono due i poli culturali che nella giornata di domani 2 marzo potranno essere visitati senza dover pagare il costo del biglietto: il Museo archeologico nazionale “Vito Capialbi” della citta capoluogo, incastonato nell’antico maniero svevo-normanno, e il Museo nazionale di Mileto, entrambi afferenti alla Drm Calabria. Per quanto riguarda il museo di Vibo Valentia effettuerà l’apertura al pubblico dalle ore 9 alle ore 19.45, quello di Mileto dalle ore 9 alle ore 14. L’evento “Domenica al Museo” ricade, tra l’altro, nel giorno in cui anche nel Vibonese si festeggerà il Carnevale, con diversi appuntamenti allegorici programmati e diramati su tutto il territorio provinciale. Tra cui uno, nel pomeriggio, nella stessa Mileto. La giornata del 2 marzo, quindi, rappresenterà per tante famiglie un’occasione imperdibile per unire l’utile al dilettevole, per assistere alle varie sfilate in maschera e per ammirare gratuitamente le bellezze storico-artistiche e archeologiche esposte nel Museo archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia e nel Museo nazionale di Mileto, quest’ultimo vero scrigno di preziosi capolavori provenienti dall’antica città, nel corso dell’XI secolo elevata da Ruggero I d’Altavilla a capitale della propria contea normanna, nell’ambito del processo di rilatinizzazione del meridione d’Italia attuato con il fratello Roberto il Guiscardo e in accordo con il Papa dell’epoca.

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