lunedì,Gennaio 27 2025

Mileto, pubblico delle grandi occasioni alla presentazione del libro sui mille anni di storia della città

Nella Casa della Cultura sono intervenuti gli autori Ramondino e Galante e gli studiosi Morrone, Naymo e Meligrana. Le conclusioni sono state tratte dal vescovo Nostro

Mileto, pubblico delle grandi occasioni alla presentazione del libro sui mille anni di storia della città

«Se c’è una virtù che emerge particolarmente tra le pietre, le carte, i racconti dell’antica Mileto è quella della speranza. E qui è anche il senso della memoria locale che dà motivazione al nostro lavoro di ricerca negli archivi, di presentazione pubblica dei risultati, guardando al bene comune, quel bene fondamentale che è anzitutto il gusto della verità, il bisogno di conoscere, l’aiuto a pensare rettamente. Lo studio del passato, come il colloquio con gli anziani, è alto magistero». Queste le parole pronunciate dal presidente dell’Accademia Milesia, monsignor Filippo Ramondino, per illustrare “Mileto, mille anni di storia”, l’ultima fatica letteraria realizzata insieme all’altro esponente del direttivo della realtà associativa, Francesco Saverio Galante. Il suo intervento nel corso della serata di presentazione del volume, organizzata nella Casa della Cultura. «Più di ogni altro fenomeno o evento – ha aggiunto il sacerdote di fronte a un nutrito numero di appassionati – la connotazione religiosa caratterizza particolarmente la memoria storica dei nostri paesi. Ovunque giriamo lo sguardo, la fede cristiana parla, il cattolicesimo ha lasciato la sua impronta, più in bene che in male. Ma volutamente noi – ha proseguito – non abbiamo voluto fare una storia religiosa, per quanto predominante, ma una storia civile, dopo il meritorio lavoro di Franco Pata del 1966 e il nostro compendio nel 2001. Tante le monografie su vicende politiche, sull’architettura, sull’arte. Mancava un testo unitario. Abbiamo umilmente provveduto. Ma come ogni lavoro di storia è sempre un cantiere aperto, in itinere». A entrare nel merito delle novità documentarie che arricchiscono il volume ci ha pensato Galante, con l’ausilio di alcune immagini inedite proiettate nell’occasione.

L’incontro, moderato dal giornalista Vincenzo Varone, dopo i saluti di rito del sindaco di Mileto Salvatore Fortunato Giordano si è avvalso anche del contributo di Marilisa Morrone (Università Vanvitelli di Napoli), la quale si è soffermata su “Dai normanni a oggi: politica, arte, feudatari, recupero del patrimonio”, non mancando tuttavia di evidenziare che con “Mileto, mille anni di storia” «si ottengono finalmente notizie documentate sul castello e sui rapporti tra conte, vescovo e abate». Tra gli interventi, anche quelli di Vincenzo Naymo (Edizioni Corab) sull’utilità storiografica di queste pubblicazioni e di don Sergio Meligrana (Accademia Milesia), a sua volta soffermatosi sull’aspetto ecclesiastico, in particolare sulla lunga controversia tra diocesi e abazia. Le conclusioni finali sono state tratte dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro. Il presule nell’occasione si è congratulato e ha voluto ringraziare i due autori per il prezioso lavoro svolto. Lo stesso ha poi richiamato l’importanza dell’aspetto analitico della storia e la memoria, input «per vivere sapientemente il nostro presente, guardando avanti e valorizzando le risorse della città, con un’attenzione particolare ai giovani che devono stimolare il ricordo e dare energia al progresso». Il volume è suddiviso in sette capitoli, contenuti in circa 300 pagine ricche di documenti, foto d’epoca e importanti fonti d’archivio.

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