domenica,Gennaio 26 2025

La storia di Maria Murmura Folino intrecciata con quella di Vibo: il profilo della “Signora dell’arte”

La moglie del compianto senatore vibonese custodisce la memoria della città nella Fondazione dedicata al marito. Musicista e scrittrice, fu lei a caldeggiare l’intitolazione del conservatorio a Fausto Torrefranca

La storia di Maria Murmura Folino intrecciata con quella di Vibo: il profilo della “Signora dell’arte”
Maria Murmura Folino

di Pierluigi Rotundo
Custodire la memoria del passato affinché i messaggi ne ispirino traiettorie di bene e non sia infruttuosa rievocazione nostalgica; sensibilizzare a ciò chi ci vive accanto, creando le condizioni onde sia trasmessa nel futuro, è impresa non di poco conto. È necessaria la caparbietà d’un credo convinto e l’esempio costante di tutta una vita così goduta.
Laddove non c’è memoria non c’è futuro! Noi viviamo attraverso la memoria e non vi è progresso senza un’attenzione alla storia che ci ha preceduti.“. Parrebbe questo un adagio più volte riletto sui libri, se non fosse davvero quella radicata convinzione che animò, sin da bambina, lo spirito indomito e vivace d’una donna eccezionale. Una figura complessa, in cui, l’antica ed altera eleganza dei tratti eburnei, di un eloquio modulato in vellutati accenti, si accompagna a sagacia di pensiero; sempre lucido, quand’anche implacabilmente affilato, trovando nella gestualità e movenze del piglio longilineo, ora sereno ora impetuoso, perfetta assonanza.
Parliamo di Maria Murmura Folino, moglie del compianto Senatore Antonino, e lo facciamo a poche settimane dall’inaugurazione della “Casa museo” nell’avito palazzo di famiglia, nel centro storico di Vibo Valentia. Ci accoglie nella sua casa e l’impatto con questa signora aristocratica di raro charme suscita emozioni difficili a restituire.
Ci racconta di suo marito, dell’uomo che, per oltre mezzo secolo, profuse energie e competenze per lo sviluppo culturale, sociale ed economico dell’intero Meridione. Ed è nel ricordo del giurista, più volte sindaco della città (la prima a ventisei anni!), assessore provinciale a Catanzaro e senatore della Repubblica Italiana per oltre tre decenni che, con le sue figlie, Anna, Enrica e Francesca, ha voluto la creazione d’una Fondazione al suo nome. Un presidio culturale che, raccogliendo l’eredità morale dell’uomo di governo, ne porta avanti il messaggio di legalità, con iniziative editoriali, l’organizzazione di incontri scientifici ed il conferimento di una borsa di studio per giovani laureati in materie giuridiche.
Ci introduce nello studio: un ambiente prossimo al portone d’ingresso, che il Senatore desiderava sempre aperto – pur col freddo delle giornate invernali – affinché la gente potesse facilmente farvi riferimento. Quindi gli spazi riservati all’archivio, con la folta ed ordinata raccolta di carte – che riferisce l’instancabile dedizione dell’uomo al territorio, ai suoi affanni ed alle tante sofferenze lenite – e la cospicua biblioteca multidisciplinare, costituita nei secoli, ed oggi in fase di catalogazione.
È una casa ricca di cimeli, di ricordi, in cui, la fuga di ambienti che si aprono in sequenza, ci cala tra salotti Boulle, antiche porcellane e le lumeggiate tappezzerie in oro dei legni d’un salone tardo-settecentesco.
È qui che nel 1963, giovane sposa, giunse Maria Folino, discendente d’una antica famiglia dell’alta borghesia catanzarese.
Avvicinata bambina allo studio del pianoforte, consegue giovanissima il diploma al “Santa Cecilia” di Roma e, nel contempo, la laurea in Giurisprudenza.
Giunta a Vibo Valentia rinverdì il sopente tessuto socioculturale e l’attività nel sociale la portò, dalla fondazione dei “Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia” per la formazione delle donne, alla costituzione e lunga presidenza dell’Unitalsi. Nel sodalizio di carità valorizzò la creatività nelle persone diversamente abili, con attività artistiche e mostre di artigianato, portandone alla luce i risultati e, su tutto, sdoganando, in evidente controtendenza coi tempi, la mentalità atavica che le relegava all’isolamento domestico.
Ma l’impegno musicale, che intanto muoveva dalla fondazione e presidenza dell’Associazione “Amici della musica – Francesco Cilea” e dal sodalizio “Gli amici del teatro”, scopriva e valorizzava la figura di un illustre musicologo italiano, nato a Monteleone Calabro e del tutto sconosciuto e dimenticato nel Paese: Fausto Acanfora Torrefranca. Per il nazionalismo negli studi era stato accusato di fascismo e la stessa considerazione deprecabile del melodramma, in auge con Giacomo Puccini, ne rendeva un personaggio del tutto atipico. Torrefranca riteneva l’opera lirica priva di un vero ideale e ritrovava nell’ignorata musica strumentale una superiorità culturale.
La musicista ne valorizzò per prima l’opera, organizzando un convegno di studi in sua memoria, promuovendo un “Concorso pianistico Internazionale” e caldeggiando l’intitolazione al suo nome del Conservatorio cittadino.
La vita di Maria Murmura Folino, in linea, forse inconsciamente, con la “Parabola dei talenti, è stata e seguita ad essere un naturale ed impaziente impegno per la costruzione d’una società tesa al progresso; in cui, il vivere tra formalità d’antan, malcela l’erompente intransigenza dinanzi ad ingiustizie di ogni sorta e l’onestà adamantina di chi, nel rispetto di sé e degli altri, non è uso subordinare il proprio punto di vista.
La produzione letteraria fiorita negli anni (“Il Ventaglio” – Shakespeare and Company edizioni, 1989; “La Stanza di Mattia” – Rubbettino ed., 1995; “Scilla” – Progetto Cultura ed., 2017; “Il Ritratto e altri racconti” – Adhoc ed., 2021; “Tu sei mio fratello e altri racconti” – Libritalia.net ed., 2024), dopotutto, è l’espressione di questo in molteplici declinazioni.
Al termine dell’incontro, che la Signora desidera salutare con la brillante esecuzione di uno “Scherzo” (in sib Mag. n. 10p 31) di Chopin, apprendiamo la ripresa della propria attività concertistica per l’Italia e la recente incisione di quattro compact disc con larga parte del repertorio musicale e, confermandola “Vestale delle arti”, la ringraziamo coi migliori auspici.

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