“Racconti dell’indicibile”, a Maierato il trauma culturale argentino
In occasione della "Giornata della Memoria", presentato nell'aula consiliare del Comune il volume di Rossella Michienzi
In prossimità della Giornata della Memoria, che verrà celebrata il 27 gennaio, nella sala consiliare a Maierato è stato presentato il volume “Racconti dell’Indicibile. Trauma e Memoria in Luisa Valenzuela” a cura di Rossella Michienzi.
I temi. Nel corso dell’iniziativa, coordinata dall’avvocato Domenico Servello, si è parlato di genocidi e della presunta “indicibilità” dei traumi. Cosa successe nell’Argentina degli anni Settanta? Chi sono i desaparecidos? Cosa significa parlare di trauma culturale? Si può “dire” e “tradurre” il trauma? Quali sono gli effetti del genocidio sulla lingua, la memoria e la cultura? Il dibattito tra accademici si è concentrato su questi e numerosi altri quesiti.
Gli ospiti. Dopo i saluti del sindaco Danilo Silvaggio, hanno relazionato Mario Francisco Benvenuto, docente di Lingua e Traduzione spagnola – Università della Calabria; Carlo Colloca, docente di Sociologia del territorio – Università degli Studi di Catania; Francesco Lo Giudice, docente di Ricerca in Politica, Società e Cultura – Università della Calabria; Alma Pisciotta, docente di Ricerca in Sociologia – Università della Calabria e la curatrice, Rossella Michienzi, dottoressa di Ricerca in Lingua e Traduzione Spagnola – Università della Calabria.
Il testo. La presentazione del libro è stato introdotto da un video per spiegare il focus principale del volume: il trauma culturale argentino culminato drammaticamente con l’assente-presenza dei desaparecidos. Il dibattito è stato introdotto dal professore Benvenuto il quale ha inquadrato il contesto storico. I militari argentini – come ricordato dal docente – una volta al potere organizzarono Centri clandestini di detenzione gestiti applicando la tortura per estorcere confessioni, per destrutturare la mente e «per umiliare e annichilire fisicamente e mentalmente il “sovversivo”». «Bisognava fare terra bruciata delle idee, delle speranze e dei progetti sociali. L’eliminazione del futuro, così come la definisce la sopravvissuta Marta Silvia Ronga nell’intervista rilasciata nel dicembre 2014» come riferisce la curatrice, Rossella Michienzi. Lo scritto vanta la prefazione della professoressa Antonella Cancellier ordinario di Lingua e traduzione (Lingua spagnola) all’Università degli Studi di Padova.
Le dichiarazioni. Il moderatore Domenico Servello ha tenuto a sottolineare l’approccio pluridisciplinare del testo: «Dare voce ad esperienze traumatiche attraverso la letteratura – ha aggiunto – significa non soltanto costruire uno specchio della realtà ma crearla e ri-crearla costantemente».
Il primo cittadino Danilo Silvaggio, in chiusura, ha parlato dei nessi esistenti tra lingue, letterature, identità e memorie: «La memoria – ha chiosato – è l’elemento costitutivo delle nostre identità, così come il linguaggio, un essere senza memoria è un essere che non sa chi è, e un essere che non sa chi è fondamentalmente è un essere che non esiste così come non esiste una collettività se la stessa non va ad edificarsi su una memoria condivisa».