Al Museo nazionale di Mileto viaggio nella storia della città grazie alla prima edizione dell’Archeo Tombola
L’iniziativa è stata proposta in sinergia con la locale Pro Loco e il Circolo Laudato sì dell’Istituto comprensivo di San Costantino. Ad ogni numero abbinato un evento storico
Successo per la prima edizione dell’Archeo Tombola proposta in queste festività di fine anno dal Museo nazionale di Mileto, afferente alla Drm Calabria guidata da Fabrizio Sudano. L’iniziativa ha permesso ai partecipanti di fare, attraverso questo gioco tipico del periodo, un viaggio nella storia della città nell’XI secolo elevata da Ruggero I D’Altavilla a capitale della propria contea normanna, nell’ambito del processo di rilatinizzazione attuato nel meridione d’Italia insieme al fratello Roberto il Guiscardo. Tra l’altro, la collaborazione all’evento della Pro Loco di Mileto e del Circolo Laudato sì dell’Istituto comprensivo di San Costantino Calabro ha consentito anche di trattare con i numerosi studenti e il resto dei presenti il tema dell’ambiente e della cura del creato, in piena sintonia con quanto affermato da Papa Francesco nell’enciclica Laudato sì.
«Insieme al patrimonio naturale – scrive nella lettera il pontefice italo-argentino – vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato. È parte dell’identità comune di un luogo e base per costruire una città abitabile(…) Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale. Perciò l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio». Tutti i contenuti storico-ambientali sono stati trattati prendendo spunto dai numeri dell’Archeo Tombola via via estratti e dalle preziose opere presenti all’interno del museo. Nell’occasione, ad esempio, il 13 è stato associato al peso in grammi del trifollaro, moneta coniata dalla locale zecca in epoca normanna, il 73 all’età in cui secondo la tradizione morì a Mira San Nicola di Bari, l’89 all’anno in cui nell’XI secolo venne sepolta nell’abbazia benedettina Eremburga di Mortain, seconda moglie di Ruggero d’Altavilla. Di quest’ultima, all’interno del plesso museale diretto da Maurizio Cannatà è esposta parte del sarcofago che ne accolse la salma.
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