Domenico Costa, storia di un parroco e di una comunità: presentato a Vibo Marina il libro di mons. Ramondino
Un omaggio al primo sacerdote della frazione vibonese, padre spirituale di intere generazioni e protagonista della rinascita intellettuale e sociale del territorio
Nell’ambito degli eventi in programma per il periodo delle festività natalizie, è stato presentato nella sala “Giubileo 2000” della parrocchia di Vibo Marina, l’ultimo libro di mons. Filippo Ramondino dal titolo “Domenico Costa, storia di un parroco e di una comunità”. Dopo il saluto di mons. Vincenzo Varone, parroco di Vibo Marina, si sono registrati gli interventi di don Rocco Suppa, della prof.ssa Graziella Costa e dello storico Antonio Montesanti, con la conclusione a cura dell’autore.
Domenico Costa è stato il primo parroco di Vibo Marina, il padre spirituale di intere generazioni. In cinquanta anni di apostolato ha visto crescere e trasformarsi la cittadina portuale, tanto da poter affermare che la sua vita e la storia di Vibo Marina sono state indissolubilmente intrecciate.
Nell’autunno del 1933 il vescovo Paolo Albera lo nomina parroco di San Pietro di Bivona e del piccolo borgo di Vibo Marina, che all’epoca appena si scorge dalla collina: un pugno di modeste case e di baracche in legno che si affacciano su un piccolo porto ancora in costruzione. Le ampie logge della Tonnara si animano in primavera, in occasione della mattanza; la ferrovia Calabro-Lucana, da poco inaugurata, fende la collina collegando l’entroterra al litorale, mentre la ferrovia statale, non ancora elettrificata, porta treni carichi di emigranti.
Una chiesa è stata da poco costruita in vicinanza del porto: il giovane sacerdote la trova incompleta, spoglia, senza canonica e decide di fissare qui la sua residenza. Un signore del luogo fa dono alla chiesa, inopinatamente, della statua della Madonna del Rosario di Pompei. Ma arriva la guerra e tutto sembra crollare. Il 12 aprile 1943 il paese viene bombardato: la chiesa e tante abitazioni sono seriamente danneggiate, si contano morti e feriti. In quei momenti drammatici emerge chiara la figura del giovane parroco, che corre tra i morti e i feriti per donare il suo aiuto e il conforto dei sacramenti.
Poi, l’8 settembre dello stesso anno, lo sbarco alleato e la cruenta battaglia contro le truppe tedesche. Don Costa, anche in quell’occasione, si adopera per soccorrere i feriti, riceve le ultime volontà di tanti soldati ignoti, seppellisce i moltissimi caduti in piccoli cimiteri improvvisati, distinti per nazionalità. Un aneddoto racconta che il suo assistente, ingenuamente, gli chiede se si debba dare la benedizione agli inglesi o ai tedeschi; lui risponde: «Dobbiamo benedire tutti, il Signore non fa distinzione di uniformi».
La Vibo Marina del dopoguerra cambia volto, si sviluppano piccole aziende conserviere e del legname, entra in attività la Cementeria, la popolazione aumenta e nel 1956 viene emesso il decreto che erige la Parrocchia
di Vibo Marina. Il sacerdote si impegna attivamente anche nel sociale e , dopo molti sforzi, nel 1956 riesce a far costruire un asilo, che chiamerà “Scuola Materna Santa Venera”, per ricordare il nome dell’originario borgo di Porto Santa Venere.
E’ anche ben accolto tra i lavoratori del porto, della ferrovia, delle varie imprese e viene spesso chiamato per stare in mezzo a loro in momenti di difficoltà economica o di crisi occupazionale. Tra le sue tante iniziative, da ricordare anche l’istituzione, nel 1948, della processione a mare della Madonna di Pompei, evento religioso seguito ancora oggi da migliaia di fedeli.