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Una poesia per Greta: 8 anni fa moriva la violinista vibonese Medini, il poeta Petullà ricorda la giovane artista a cui in tanti vorrebbero intitolare il teatro

Diplomata a soli sedici anni iniziò molto presto a esibirsi in pubblico mostrando un talento raro di tecnica, espressività e coinvolgimento emotivo

Una poesia per Greta: 8 anni fa moriva la violinista vibonese Medini, il poeta Petullà ricorda la giovane artista a cui in tanti vorrebbero intitolare il teatro

Il 12 dicembre 2016 moriva, in circostanze drammatiche, la giovane violinista vibonese Greta Medini, appena 26enne. Un talento della musica, diplomata a soli sedici anni e che iniziò molto presto a esibirsi in pubblico. L’artista amava in particolare il repertorio romantico, al quale dedicava sei ore al giorno di studio. Musicisti di grande spessore concordano nel sostenere che un talento come quello di Greta è cosa rara. La città, sgomenta, si strinse attorno al feretro per onorarla in una chiesa gremita. Di recente è stata anche lanciata la proposta di intitolare il teatro di Vibo Valentia a Greta Medini, una proposta che sta trovando ampi consensi. Da quel triste giorno sono trascorsi otto anni e per ricordare la sua prematura e tragica scomparsa, il poeta vibonese Michele Petullà ha composto questa poesia a lei dedicata

In ricordo di Greta

(L’ultima sonata per violino, di Michele Pedullà

Troppo presto hai accordato le corde del silenzio,

Greta, anima vibrante di melodie mai finite.

Il tuo arco danzava tra le stelle,

ha intrecciato note di luce e ombra,

un pentagramma scritto sull’orlo dell’eterno.

Hai suonato il tuo addio con mani leggere,

carezzando l’aria, pizzicando il cuore del tempo.

Ogni tuo sorriso era un’eco di primavera,

un raggio che filtrava

tra le pieghe di un tramonto immenso.

Noi, spettatori smarriti,

ti immaginiamo ancora qui,

in piedi, al centro della vita,

col tuo violino che sussurra sogni.

Eppure, il vento ha rubato il tuo ultimo bis,

portando lontano la melodia,

una ninnananna struggente

che il cielo canta ai suoi figli perduti.

Greta, i tuoi passi risuonano ancora,

nelle stanze vuote dei nostri pensieri.

Il tuo sorriso danza tra le ombre,

mentre pizzichi le corde di un violino invisibile,

una musica che ora appartiene all’infinito.

E noi, con il cuore stretto

tra le dita del ricordo,

ti vediamo brillare,

come una stella che non smette di suonare,

tra i confini di un universo che profuma di te.

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