Pittura, a Roma successo di pubblico e di critica per il giovane artista vibonese Mattia Barbalaco
Al 25enne di San Calogero la Von Buren Contemporary ha dedicato la mostra personale Dark Necessity. Dalla sua anche un passato da maestro burattinaio
Carriera in forte ascesa per il giovane artista vibonese Mattia Barbalaco. Nei giorni scorsi si è conclusa a Roma la sua personale Dark Necessity, allestita da Von Buren Contemporary con ottimo successo di pubblico e di critica. Un riscontro positivo, che fa il paio con gli apprezzamenti ottenuti a Bologna, Urbino e Milano dal 2021 a oggi. Originario di San Calogero, il 25enne si è trasferito nel 2018 nella capitale per motivi di studio. Qui, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti, nel 2022 ha conseguito il diploma di Pittura con il massimo dei voti e la lode. «Atmosfere paludose, dense di tinte brune e dettagli enigmatici: questa è la dimensione in cui vagano le figure rappresentate da Barbalaco. Le pose dei protagonisti delle opere, che passano dalla tensione all’abbandono, dall’espressività alla rassegnazione – afferma riguardo alle sue creazioni la critica Anna Gasperini – fanno pensare a dei burattini che, guidati dalle mani dell’artista, si muovono all’interno di un teatro dalle scenografie oniriche e intricate. I rimandi simbolici ed espressionisti del giovane pittore, uniti ad uno stile naturalistico e virtuosistico dal punto di vista formale, creano un cortocircuito che apre un varco tra realtà e inconscio.
Nelle opere di Barbalaco – aggiunge – ricorrono rimandi alla psicanalisi, con costanti accenni al mondo dell’inconscio, che emergono da dettagli sparpagliati e inaspettati. È inoltre presente un interesse per le teorie junghiane, in particolare per il processo di individuazione, che riguarda il complicato passaggio dalla pubertà all’età adulta, un viaggio spirituale ricco di simboli e insidie che ogni essere umano deve compiere per giungere all’individuazione del sé. I riferimenti artistici – conclude la Gasperini – sono molteplici, dal realismo magico al simbolismo, fino all’importante influenza dell’espressionismo e dell’immaginario di artisti come Otto Dix e Paula Rego, dalle immagini intense e disturbanti. Sono inoltre presenti suggestioni teatrali derivanti dalla passata esperienza di burattinaio dell’artista». Sì perché il giovane artista vibonese non eccelle soltanto nella pittura figurativa (con particolare attenzione alla corrente europea del novecento e alle sue conseguenze), ma anche nel magico campo e mondo dei burattini. Una passione coltivata fin da piccolo, la sua, che sotto la guida del maestro di San Calogero Domenico Farina lo ha portato, ancora 12enne, ad esibirsi e a riscuotere successi al Gianicolo e a Villa Borghese, facendosi conoscere anche da Carlo Piantedosi, uno dei più bravi burattinai della città eterna.
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