Il Club per l’Unesco di Tropea premiato in Umbria al concorso internazionale La Fabbrica nel paesaggio: è il secondo anno consecutivo
Il riconoscimento assegnato al progetto che ha messo in fila volontari e ricercatori impegnati nel recupero delle breste, costruzioni calabresi in terra cruda riconosciute quale patrimonio identitario e sostenibile
Il concorso internazionale FICLU – Federazione dei Club per l’Unesco “La fabbrica nel paesaggio” 2024 assegna per il secondo anno consecutivo uno dei suoi primi premi ad un progetto presentato dal Club di Tropea: quello riservato ad azioni di sostenibilità, tutela e difesa del paesaggio e sostegno all’imprenditoria femminile. Il 12 ottobre scorso a Foligno, in Umbria, le protagoniste della proposta calabrese sono state le costruzioni in “breste”, mattoni di fango che caratterizzano l’architettura in terra cruda anche del paesaggio vibonese (lo scorso anno, il primo premio della sezione enti pubblici era stato assegnato alle Grotte degli Sbariati di Zungri).
Perché questa candidatura?
Il Club tropeano si era fatto portavoce nel tempo di interventi di sensibilizzazione a favore delle breste, in rete con imprenditori illuminati, ricercatori universitari, esperti locali, architetti, associazioni di volontariato e istituzioni culturali, e candidando infine queste costruzioni al concorso umbro. Il presidente Giuseppe Romano, l’architetto Giuseppe Lonetti per primi ne avevano indicato l’importanza. Il progetto premiato a Foligno prendeva a modello il resort Il Canto di Kokopelli – ristorante Le Breste in Brattirò di Drapia, di proprietà di Ottavio Scrugli, gestito da Francesca Petracca ed Antonio Macrì, teatro di tante attività condivise con l’associazione culturale Marevitae (cofirmatari della candidatura, insieme alla proprietà Scrugli. A coordinare candidatura, redazione di progetto e partecipazione, Monica La Torre, del Club Unesco Tropea. Motivazione del premio, «il rispetto del paesaggio, frutto di determinanti e molteplici azioni al femminile».
Un modello un esempio
La riqualificazione di un sito tanto prezioso quanto identitario aveva visto la consulenza scientifica di Rosario Chimirri, docente di Storia dell’architettura presso il Dinci dell’Università della Calabria, architetto, esperto di architetture vernacolari e di terra cruda. Chimirri, di concerto con la proprietà Scrugli, aveva applicato al ripristino e rifunzionalizzazione del complesso i criteri più avanzati di bioarchitettura ed integrazione paesaggistica.
Combattere lo stigma
Kokopelli era apparso subito un modello da replicare. Il suo fascino, l’arma migliore per combattere lo stigma popolare che grava sulle breste, ancora oggi simbolo di povertà e miseria, decimate negli anni a favore del cemento. Urgente porre freno alla sistematica distruzione di questo patrimonio, spingere culturalmente verso un radicale cambio di rotta, un ripensamento culturale, per salvare l’esistente e il “resistente”. La giuria del concorso, che promuove la tutela del paesaggio, non poteva non far sua questa istanza.
Il Canto di Kokopelli
Premio quindi al Canto di Kokopelli – Le Breste e alla pluralità di attori che la animano, ad iniziare dall’azione costante, coraggiosa e solerte dei volontari dell’associazione culturale Marevitae, presieduta da Christian Macrì. Qui, le azioni a tutela della terra cruda in ottica turistico-sostenibile sono da attribuirsi in larga parte al vice presidente Antonio Varrà, in sinergia con il Club per l’Unesco di Tropea ed altre istituzioni. Oggi, tutti insieme, il riconoscimento ha superato i confini regionali, ottenendo un palcoscenico più grande.
Il concorso
«Il concorso “La fabbrica nel paesaggio” – recita la FICLU -. nasce per stimolare riflessioni e iniziative delle comunità, delle imprese e degli enti su tematiche paesaggistiche di rilevante importanza educativa e di grande impatto sociale». Gode del patrocinio del Parlamento Europeo, del Consiglio d’Europa – Ufficio di Venezia, di ICCROM – Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali, del Ministero della Cultura, di ICOMOS Italia – Comitato Nazionale Italiani del Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti (“Advisory body” dell’UNESCO), dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, della Riserva MAB UNESCO del Monte Peglia, della Provincia di Perugia e del Comune di Foligno.
La cerimonia folignate
A ricevere il premio dalle mani di Maurizio Biondi (presidente Club Unesco di Foligno), Teresa Gualtieri -presidente nazionale FICLU -, Angelo Paladino, presidente osservatorio europeo del paesaggio di arco latino, e Alfiero Moretti – membro dell’assemblea della commissione nazionale italiana per l’Unesco – una bella delegazione calabrese, capitanata da Giuseppe Romano, accanto ad Antonio Varrà, Francesca Petracca, Rosario Chimirri, ed ai soci del Club per l’Unesco di Tropea Monica La Torre, Francesco Braccio e Nunzia De Girolamo.
Le reti del futuro passano dalla sostenibilità
L’appuntamento folignate ha fatto sì che si aprissero prospettive condivise con altre città ed altri club. L’obiettivo è dar vita a progetti di rete e collaborazioni con altri siti fuori regione: le giornate umbre sono state un primo passo anche e soprattutto in Calabria. Le prime “breste” per costruire delle relazioni in fieri, ma culturalmente già definite, e dalle radici identitarie estremamente solide.
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