martedì,Ottobre 15 2024

Da Pizzo a Milano, l’artista Giuseppe Lo Schiavo si aggiudica il Premio Cairo: «Voglio rappresentare la mia generazione»

Il 38enne punta sulla sperimentazione e ha convinto i giudici con l’opera Self Neural Portrait che rappresenta un mondo artificiale visto da una finestra: «È il simbolo del fallimento del Protocollo di Kyoto per l’ambiente»

Da Pizzo a Milano, l’artista Giuseppe Lo Schiavo si aggiudica il Premio Cairo: «Voglio rappresentare la mia generazione»

Giuseppe Lo Schiavo ha vinto la 23ª edizione del Premio Cairo per l’arte contemporanea con la sua opera “Self Neural Portrait”. L’annuncio è stato fatto ieri sera dall’editore Urbano Cairo durante la cerimonia di premiazione al Palazzo della Permanente di Milano. Lo Schiavo è stato premiato per il suo lavoro complesso e rigoroso, che rappresenta un punto di incontro tra pratica artistica e conoscenza scientifica. L’artista, 38 anni, originario di Pizzo e laureato in architettura a Roma, vive tra Milano e Londra. Le sue opere sono note per la sperimentazione con la fotografia sintetica, creando paesaggi sognanti e iperrealistici.

Il Premio Cairo è una competizione tra venti giovani artisti selezionati dalla redazione del mensile “Arte”, diretto da Michele Bonuomo.
Self Neural Portrait” rappresenta un mondo artificiale e naturale visto da una finestra, simbolo di uno stato d’animo interiore. Lo Schiavo spiega che ha scelto di dipingere da una finestra perché suo padre era un serramentista e lui è un architetto. La finestra immaginata è quella del Palazzo di Kyoto, dove è stato firmato il celebre protocollo, che secondo l’artista ha perso significato nel tempo.
L’opera è anche un ritratto personale e generazionale. «L’obiettivo che mi sono posto – spiega – è inquadrare la nostra generazione. Io ho 38 anni. La nostra generazione sembra impossibilitata di fronte alle grandi sfide come la guerra, la pandemia, il cambiamento climatico. Noi non possiamo fare niente, solo guardare e credo che la mia opera stia a significare questo. L’arte cerca di raccontare, ma non può fare di più. Oggi abbiamo un riverbero di informazioni, ma non riusciamo a gestire la nostra strategia per questo facciamo del copying, copiamo». Continua a leggere su LaC News24.

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