Un “esame” di cultura calabrese per diventare socio della Biblioteca di Soriano, Ceravolo: «Siamo all’assurdo»
Il presidente del prestigioso Istituto interviene nella querelle che vede sul fronte opposto la direttrice scientifica Maria Teresa Iannelli: «Sta impedendo ai cittadini di partecipare e boccia tutte le richieste di adesione. Perché?»
Nella spinosa vicenda che da settimane ormai caratterizza le sorti della Biblioteca Calabrese di Soriano, interviene ora il presidente dell’Istituto, Pino Ceravolo. La questione, com’è noto, ruota intorno allo scontro con la direttrice scientifica, Maria Teresa Iannelli, che il 18 giugno scorso arrivò ad asserragliarsi all’interno della prestigiosa sede di proprietà comunale, accusando l’Amministrazione De Nardo di voler cambiare, senza il suo consenso, le serrature del portone d’ingresso per estrometterla dalla gestione del presidio culturale. Da allora è stato un continuo botta e risposta, fino alla tesa assemblea dei soci fondatori che si è tenuta il 10 agosto scorso. In particolare, da più parti si rimprovera a Iannelli di bocciare tutte le nuove richieste di adesione e l’ingresso di nuovi soci. Più recentemente, sulla questione è intervenuto anche il sindaco De Nardo. E ora è la volta del presidente, Pino Ceravolo.
La lettera aperta
«Gentile Direttore, sono incoraggiato a scriverti dopo la conclusione delle tue osservazioni sulle questioni della Biblioteca Calabrese poste al Sindaco di Soriano, laddove esorti “Potrebbe darci una mano a fare sempre meglio per informare i cittadini e onorare quella libertà di stampa che trova fondamento nella nostra Costituzione “. Appunto, la libertà di stampa, di associazione ecc, sanciti nella Costituzione e ormai patrimonio di ogni cittadino.
È un tuo diritto esercitare la libertà di stampa con i criteri che ritieni, ci mancherebbe! A me, Presidente della Biblioteca Calabrese, è stato impedito di procedere all’esame delle domande di associazione alla Biblioteca e rigettate illegittimamente violando le più elementari norme dello Statuto e persino del galateo istituzionale. Tale illegittimo comportamento mi sembra più vicino al senso proprietario e non all’interesse per la cultura e alla salvaguardia della Biblioteca. Di tanto sono stati doverosamente interessati i soci fondatori e S.E. Il Prefetto.
La Biblioteca ha raggiunto traguardi e livelli alti grazie all’intuito, ai sogni, alla preparazione, all’abnegazione del suo fondatore di cui sono stato alunno e collaboratore sia negli anni di esordio della Biblioteca che come professore avendo avuto Provenzano preside prestigioso. Il Prof. Provenzano era aperto ad ogni nuova istanza e sollecitava apporti e contributi senza preconcetti e chiusure. La Biblioteca ha bisogno come il pane di forze giovani e fresche, ha bisogno del contributo di chi è interessato alla sua vita e alle sue iniziative e se mai ci fossero delle difficoltà, amministratori e funzionari consapevoli dovrebbero far di tutto per eliminarli e incoraggiare e facilitare ogni forma di partecipazione. Invece, le domande degli aspiranti soci sono state sistematicamente rigettate ad libitum, contro lo Statuto, la logica, i diritti costituzionali e con motivazioni che nello Statuto non esistono, decise da chi non aveva l’autorità per farlo e con una causa ostativa pretestuosa e inesistente lesiva dei diritti e della dignità dei cittadini. Sono pronto a dimostrare e sostenere tale motivata convinzione in tutte le sedi. Non voglio tediare citando le motivazioni del ‘rigetto’. Appaiono tentativi di mantenere lo status quo di persone prestigiose che dicono – succede spesso in tanti ambiti – “…di voler cambiare perché nulla cambi”.
Caro Direttore, tu sai che ho ricoperto altri incarichi e quello di Presidente della Biblioteca non mi aveva mai sfiorato anche per la mia età che mi porta naturalmente a godere della gioia dei miei nipotini e alla cura degli acciacchi. Risibili, dunque, le considerazioni che riguarderebbero ipotetiche maggioranze e altrettanto risibili ipotesi di questo tipo che ovviamente non mi interessano e non mi potrebbero interessare per convinzione e per evidenti ragioni anagrafiche.
Il ricorso allo Statuto è la linea di demarcazione tra chi ha rispetto per i diritti dei cittadini e la tutela della Biblioteca, delle sue prospettive, delle sue necessità che vanno ben oltre di chi ritiene di conservare micro poteri con il gioco della delega di qualche amico lontano e disponibile.
Il clamore degli illegittimi rigetti, delle ‘barricate’ dentro la biblioteca per difenderla da niente e da nulla, hanno fatto passare in secondo ordine episodi che dall’inizio hanno caratterizzato la mia Presidenza.
Ho trovato la Biblioteca chiusa per i noti motivi di sicurezza a seguito delle prescrizioni dei VV.FF. ed in meno di due mesi, sono riuscito a realizzare, con l’aiuto del Presidente della Provincia, persona di grande sensibilità e disponibilità, il progetto di ripristino di ogni condizione di sicurezza che ora si trova presso i competenti uffici della Regione per il finanziamento.
Operare per la riapertura della Biblioteca, non era il più urgente motivo d’impegno di un serio amministratore? L’aver emanato il bando di gara per 5 giovani laureati delle università calabresi è certamente poca cosa rispetto alle necessità e alle ambizioni di una biblioteca e di un territorio che necessitano di grandi impegni e competenze. Ritengo seria la programmazione presentata al Consiglio Direttivo e approvata, aperta al contributo di cittadini, intellettuali e Istituzioni regionali e nazionali. Alle indubbie competenze di cui dispone la Biblioteca – insufficienti rispetto alle sue ambizioni e necessità – è indispensabile poter disporre e utilizzare l’apporto di forze nuove, competenze nuove, nuovi entusiasmi di giovani professionisti e belle persone desiderosi di portare contributi professionali e impegni civili che arricchiscano l’importante presidio culturale di Soriano.
Io sono di Soriano, amo il mio paese, le magnifiche rovine, la mia Biblioteca, i suoi splendidi musei, l’ingegno e la fantasia dei suoi artigiani, la sua storia ricca di bellezza, di fatica e di sacrifici. Allora, al di là di attacchi personali che non meritano menzione, perché questa avversione contro i cittadini che hanno chiesto di diventare soci aggregati della Biblioteca Calabrese? Soci aggregati, pensa un po’! E per diventare socio aggregato necessiterebbe: il curriculum allegato alla domanda, che dovrebbe essere visionato dal comitato scientifico, che potrebbe decidere la nomina di apposita commissione e sottoporre il povero cittadino ad un previo esame sulla cultura calabrese. Per diventare socio aggregato? Pensa un po’! Nello statuto non c’è niente di tutto questo ambaradan, non si fa alcuna menzione, però lo si chiede lo stesso così, rimarranno in pochi! E Per diventare nientemeno che socio aggregato! Qui Prodest. Non riesco ad immaginare cosa dovrebbe fare un giovane per accedere in un ufficio dell’Europa o dell’Onu. Ennio Flaiano avrebbe detto “La situazione è tragica ma non seria”.