La grotta Trisulina e il borgo fantasma di Papaglionti, oltre cento partecipanti alla giornata targata Archeoclub -Foto
Il progetto, che mira a riscoprire siti nascosti da tutelare e valorizzare, è stato reso possibile grazie al lavoro di squadra portato avanti con l’amministrazione di Zungri. Il presidente del sodalizio di Rombiolo, Mandaradoni: «Il patrimonio culturale del monte Poro suscita interesse»
Oltre cento partecipanti per una giornata “alla scoperta del territorio”. Bilancio positivo per l’evento promosso nel borgo di Papaglionti (Zungri) su iniziativa dell’associazione Archeoclub d’Italia Aps – “Armos” – di Rombiolo. Il progetto, che ha goduto del patrocinio del Comune di Zungri, è stato pensato per tutelare, sensibilizzare e valorizzare piccoli angoli nascosti del vibonese.
Il sodalizio guidato dal presidente Nicola Mandaradoni raccoglie un piccolo grande successo: «È stato per noi motivo d’orgoglio sapere che decine di persone hanno preferito l’archeologia, la storia e la cultura al mare estivo, dimostrando un forte interesse per il patrimonio culturale del nostro Monte Poro» commentano aggiungendo: «L’evento è stato da subito approvato dal neo sindaco del comune di Zungri, Serafino Fiamingo, particolarmente attento ai temi dell’Archeoclub d’Italia. Infatti ha concesso il patrocinio e contributo. Non solo ha manifestato entusiasmo ma ha anche deciso di aprire il cartellone eventi estivi proprio con la nostra giornata». Per rendere fattibile il raduno, l’amministrazione di Zungri si è anche prodigata per la pulizia delle strade d’accesso: «Tale evento ha dimostrato, ancora una volta, quanto sia forte il legame tra la comunità e il proprio passato, gettando le basi per future iniziative volte a mantenere viva la memoria storica del nostro territorio», rimarcano gli organizzatori.
Papaglionti e la grotta Trisulina
I soci Armos e alcune volontarie hanno quindi guidato i partecipati alla riscoperta dell’antico borgo di Papaglionti, «abbandonato dopo una serie di calamità naturali, e alla Grotta di Trisulina, che in realtà è un ipogeo di epoca romana (datato primo secolo A.C.)». Un percorso tra storia, natura e leggende scandito in tappe. I cenni storici e i racconti sulle località oggetto di visita sono stati messi in risalto da Marianeve Vallone, archeologa zungrese e socia dell’associazione: «È stata raccontata la prestigiosa storia, dalle sue origini sino al suo declino, senza dimenticare di citare le varie leggende che attorno allo stesso sito si sono formate e tramandate di generazione in generazione».
I membri del sodalizio fanno presente: «La giornata è stata caratterizzata non solo dalla riscoperta di un bene archeologico di importanza straordinaria per la storia del contesto territoriale del Monte Poro, ma anche per l’opera ambientale ed ecologica che ha anticipato l’iniziativa. Difatti nei giorni che hanno preceduto l’evento, i componenti della associazione, hanno effettuato un’opera di messa in sicurezza, pulizia del sito e del percorso, e quest’anno con un intervento puntualizzato per la pulitura degli archi dell’acquedotto, posto in prossimità della fontana vecchia in prossimità dei resti del fabbricato adibito a mulino e frantoio».
Salvaguardare il territorio
L’Archeoclub sede Rombiolo, ideatore del progetto, tramite le giornate mira «non solo alla riscoperta di tesori archeologici e culturali ma anche a sensibilizzare la popolazione sulle tematiche dell’ambiente e della salvaguardia del territorio». L’edizione 2024 dell’appuntamento ha portato una significativa novità: «Quest’anno, grazie alla disponibilità della ditta proprietaria, è stato possibile anche visitare parte del palazzo “Casino di Francia”, antico casale dove è stato allestito lo spazio con materiale informativo e divulgativo delle varie iniziative svolte dell’associazione in poco più di un anno di attività». Qui è stata allestita una mostra fotografica del contest (anno 2023) realizzato dal sodalizio per la promozione dei siti minori, con l’esposizione delle fotografie più suggestive: «In questi spazi è stato possibile anche apprezzare opere dell’artista Pantaleone Rombolà, alcune delle quali saranno i premi del secondo concorso fotografico i “Siti culturali minori dell’area del Monte Poro”, in fase di svolgimento».