Mileto, conto alla rovescia per il convegno “La Calabria, dalla provincia Melitana al regnum”
All’incontro previsto nella Casa della Cultura interverrà anche il noto archeologo Ermanno Arslan, sul tema “Tra bizantini e normanni: la zecca di Mileto”
“La Calabria: dalla provincia Melitana al regnum”. Questo il titolo del convegno in programma oggi 15 giugno, alle 17, all’interno della Casa della Cultura di Mileto. Tra gli interventi, quello del noto archeologo Ermanno Arslan sul tema “Tra bizantini e normanni: la zecca di Mileto”. All’incontro, moderato dal giornalista Francesco Ridolfi, daranno il loro contributo anche: l’archeologo Francesco Cuteri (autore delle relazioni “La contea normanna di Catanzaro. Origini, confini, architetture del potere” e “Intorno a Mileto. Il sistema dei castelli a protezione delle città di Ruggero”); lo storico Vincenzo Naymo (Gli Altavilla nella Calabria medievale: ubicazione, titolarità e fortuna di una compagine feudale d’istituzione normanna); il sacerdote-architetto Antonio Preiti (Il pensiero teologico ed estetico dell’ordine benedettino nella realizzazione delle fabbriche abbaziali in Calabria e Sicilia tra l’XI e il XII secolo); l’archeologo Luigi Corrado (I normanni in Italia e la guerra.
Armamenti tattiche di conquista e gestione dei territori); la storica dell’arte Elena Di Fede (Di pietra e di mattone. Elementi e modelli decorativi nelle chiese bizantino-normanne di Calabria); l’archivista Concetta Di Bella (La diocesi di Mileto e la cattedrale normanna nel medioevo). Le conclusioni saranno tratte da monsignor Filippo Ramondino, presidente dell’associazione “Accademia Milesia” e direttore dell’Archivio storico diocesano di Mileto. Nel corso del convegno di studi “La Calabria: dalla provincia Melitana al regnum” sarà presentato anche il volume “Mileto antica e i normanni in Calabria”, riguardante gli atti del primo Congresso storico internazionale svoltosi il 24 giugno del 2023, sempre all’interno della Casa della Cultura. Lo scritto, pubblicato da “International AM Edizioni”, è stato curato dagli stessi studiosi Cuteri e Ramondino e dal cultore di storia patria Francesco Saverio Galante.