La danza e lo spettacolo per lo sviluppo dei territori, Candela: «Serve formazione e programmazione»
L’analisi della presidente dell’associazione Veipo cam a seguito del convegno tenutosi nei giorni scorsi a Vibo: «I ragazzi meritano di crescere e lavorare nella loro terra»
L’importanza della formazione, del ruolo del mondo dello spettacolo nello sviluppo dei territori. Sono stati questi i temi al centro del convegno “Sviluppo del turismo e dell’economia attraverso l’alta formazione e lo spettacolo dal vivo” tenutosi a Vibo Valentia nei giorni scorsi. L’iniziativa, promossa in occasione della Giornata internazionale della danza, è stata inserita nel ciclo di eventi “Il profumo della legalità” portato avanti dal Comune. L’argomento è stato approfondito da Enrica Candela, rappresentante dell’associazione Veipo cam nonché promotrice del programma. Un’analisi a tutto tondo per far conoscere i risvolti dell’appuntamento a cui hanno preso parte esperti, rappresentati delle istituzioni, imprenditori. Tra questi il sindaco Maria Limardo, l’assessore Giusi Fanelli, l’imprenditore Caffo.
«Il nostro incontro – spiega Candela – è stato totalmente dedicato ai giovani che devono guardare alla bellezza ed all’arte come salvaguardia di valori esistenziali, profondi, reali e vivibili solo nella legalità. Ai ragazzi come possibile mezzo di lavoro ed occupazione, magari proprio nella loro terra. Produttività, sviluppo del turismo e dell’economia sono temi trattati e rincorsi in più ambiti e da più parti in questo momento storico, noi trattiamo questo argomento da molti anni e con non poche difficoltà». Il convegno ha aperto una riflessione su una serie di interrogativi: «Quale è la strada da seguire quando si parla di alta formazione artistica e di spettacolo dal vivo? Quali sono le reali possibilità dal punto di vista economico-lavorativo nell’ambito della regione Calabria e del comprensorio vibonese che in questo momento sembra essere il più isolato e sofferente dell’intera regione? A ciò abbiamo cercato di dare risposte».
La formazione
In Calabria e nel Vibonese le attività artistiche e culturali non sono completamente assenti. Le possibilità che eventi simili generino occupazione sono però limitate. Da dove partire?
«L’incontro è avvenuto con voci importanti ed istituzionali del mondo della cultura, dell’arte e dell’industria dello spettacolo ed ha inteso stimolare e sollecitare l’intera regione e la città su tale tematica. Si è privilegiato il settore della danza le cui strade di operatività per la crescita e lo sviluppo del turismo e dell’economia sono le stesse degli altri ambiti e settori artistici (teatro, musica). Il tema della serietà di studi, di intenti e della legalità intesa in forma ampia è stato interpretato come fondamentale, da perseguire e trasmettere nell’ambito dell’alta formazione come bagaglio che, partendo e costruendo le sue radici sin dalla formazione primaria, si conferma per essere trasmesso in ambito lavorativo e professionale.
La salvaguardia della legalità attraverso i beni confiscati quale strumento di sviluppo sociale ed economico, tematica proposta dall’assessore regionale Filippo Pietropaolo, è stato ripreso dal direttore organizzativo ed artistico del Mac, Giacomo Molinari, di origini calabresi, che si è ampiamente soffermato sugli aspetti positivi che la danza offre, attraverso le sue regole e comportamenti, come forma educativa e preventiva , sull’esigenza di una corretta competenza formativa e tecnica da pretendere dagli allievi ma anche dalle strutture organizzative e dagli insegnanti e tanto non solo per rispondere ai criteri propri della correttezza e delle competenze ma anche come fine per raggiungere livelli formativi adeguati realizzando gruppi e compagnie professionalmente valide e competitive. Molinari ha infine riportato il concetto di Alta Formazione come azione che, nell’ambito artistico in generale e della danza in particolare, esige un apprendimento corretto sin dai primi anni di studio. Si è augurato che tale tematica venga, finalmente, compresa e valorizzata anche dalle istituzioni e dagli enti locali e regionali attraverso proposte da realizzare in Calabria».
Tante associazioni, tanti progetti. Ma esiste una vera e propria rete culturale?
«Rispondere a questa domanda è complesso. Ritengo che tra le cose fondamentali da attuare vi sia proprio quella di una “educazione del territorio”. Andiamo nella pratica. Sono consapevole, quando si programma un progetto, di avere l’apporto di una buona parte di amici e sostenitori ma forse molto di più per la parte artistica, le performance e gli spettacoli. Il vero problema è quello di sostenere lo sviluppo di tale parte, la cui crescita è legata alla stessa produzione e quindi solo infine alla fruizione. È difficile far comprendere che il tutto è possibile solo attraverso una programmazione polivalente di azioni che si esprimono sul territorio costruendo una rete tra associazioni ed enti che promuovono ambiti solo apparentemente diversi quali quello letterario, storico, archeologico, teatrale, musicale. Creare una rete culturale ed artistica attrattiva sembra un sogno ma è l’unica soluzione per una crescita del territorio, della regione, del turismo e quindi dell’economia».
Per Enrica Candela, alla base di una rete culturale devono dunque esserci elementi imprescindibili come l’identità, la formazione, la collaborazione comune.
«Si, esattamente questi sono gli elementi fondamentali per costruire una rete valida ed incisiva. La costruzione di un incontro ed evento anche di taglio diverso deve avere una visione e programmazione culturale unitaria, di crescita e coinvolgimento di tutto il territorio, promuovere una comunicazione utile e costruttiva che funga da richiamo e sia volano per il turismo e l’economia.
Il tema delle competenze e delle modalità formative resta fondamentale per i diversi ambiti ma nel nostro discorso legato all’arte è stato più volte ripreso e sostenuto da tutti i relatori e partecipanti tra cui anche la già prima ballerina al Teatro alla Scala di Milano ed a Aterballetto, insegnante e coreografa Kristina Grigorova che si è augurata un futuro sviluppo della danza attraverso una alta formazione e la costituzione di gruppi e compagnie di danza in Calabria ed a Vibo Valentia, località da lei personalmente conosciuta e rispettata anche attraverso le diverse presenze nella città della madre Margarita Trayanova, etoile dell’Opera di Sofia, stella della danza internazionale ricordata nell’incontro con il premio Veipo Città di Vibo Valentia». Il premio è stato attribuito anche a Pippo Caffo noto imprenditore, presidente della squadra di calcio Vibonese ed a Domenico Barbuto segretario generale dell’Agis e personaggio di spicco dell’industria dello spettacolo e della cultura in Italia.
Il riconoscimento è stato tributato a personalità che hanno prodotto e producono alta formazione, cultura, produttività, crescita economica.
«La scelta è stata dettata dalle modalità con cui questi personaggi si sono mossi e si muovono. Cioè quella di mantenere intatto il rispetto di regole e di comportamenti, di principi e valori legati al sentire ed all’essere e la semplicità e l’umiltà che è tipica dei grandi. L’intervento di Domenico Barbuto ha infatti chiarito quelle che sono le direttive nazionali e quanto sia necessario realizzare in ambito regionale e locale attività formative e produttive sostenute dalle Istituzioni e dagli Enti pubblici e collegandosi poi al precedente intervento tenuto dal presidente del Teatro Nazionale di Napoli il regista e coreografo Luciano Cannito che, sostenendo l’evento ed augurando alla Calabria ed alla città di Vibo Valentia una crescita e uno sviluppo attraverso lo spettacolo dal vivo in generale e della danza in particolare, aveva aggiunto che l’alta formazione nel mondo dell’arte e dello spettacolo crea in Italia una produttività ed un introito di oltre tre miliardi di euro, Domenico Barbuto ha dichiarato che tali dati devono essere presi in considerazione dalle regioni come mezzo di crescita e di sviluppo ed ancora come in Calabria alle bellezze archeologiche, storiche e naturalistiche vada affiancata e sostenuta la produttività artistica e lo spettacolo. Rispondendo infine a diverse domande tra cui quella della giovane allieva Giulia De Pietro del liceo Berto di Vibo Valentia, accompagnata dalla professoressa Eleonora Cannatelli, sul ”perché la cultura e lo spettacolo sono a tutt’oggi considerati un bene superfluo “ha dichiarato che ” la scuola deve curare l’aspetto dell’arte collegandolo allo spettacolo, al turismo ed alla crescita del territorio” e concluso ribadendo che l’ambito dello spettacolo professionale ha bisogno che la sua produttività abbia alla base l’alta formazione, la ricerca ed il sostegno delle istituzioni regionali e locali».
Tirando le somme…
«Appare evidente e chiaro che lo sviluppo del turismo e dell’economia sono fortemente legati all’alta formazione ed allo spettacolo dal vivo e di questo bisogna tenere conto soprattutto in una regione che è ricca di bellezze storiche, archeologiche e naturali non conosciute e valorizzate. I dati di ricerca sul turismo parlano di una condizione di presenze legata al periodo estivo ed in zone balneari. Bisogna spostare l’attenzione turistica verso altre realtà, più interne che siano cerniera o anche collante, riformulare i programmi e renderli attrattivi con eventi artistici e di identità locale. Torna il discorso di una programmazione seria, di ricerca ed unitaria tra gruppi, associazioni, istituzioni e realtà politica dei diversi territori. Solo così forse ed infine si potrà raggiungere una crescita ed uno sviluppo della intera regione».