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“La vita è come una bicicletta”, al Salone del libro di Torino consensi per l’autobiografia di Floriani

L’ex direttore del Sistema bibliotecario vibonese, con la sua opera, ha voluto raccontare le sue memorie e al contempo tratteggiare i mutamenti che hanno caratterizzato la società dalla Seconda guerra mondiale ad oggi

“La vita è come una bicicletta”, al Salone del libro di Torino consensi per l’autobiografia di Floriani
La presentazione del libro a Torino
Gilberto Floriani

Tra gli appuntamenti nell’ambito del Salone del libro di Torino, a riscuotere curiosità e partecipazione è stata la presentazione del libro “La vita è comune una bicicletta, se vuoi stare in equilibrio devi pedalare”. Un’autobiografia, quella stilata da Gilberto Floriani, per anni alla guida del Sistema bibliotecario vibonese, capace di raccontare le tappe salienti del suo autore, dall’infanzia all’età adulta, e al contempo tratteggiare i profondi mutamenti che hanno caratterizzato la società dalla fine della Seconda guerra mondiale ai tempi moderni. Un tuffo tra passato e presente che affonda le radici ne Le Grotte, piccolo borgo adagiato alle pendici dei monti Berici, in Veneto, da dove la storia ha inizio.

La vita è come una bicicletta

L’opera, edita da Libritalia di Vibo Valentia, è stata accolta con favore dal pubblico intervenuto presso la prestigiosa kermesse torinese. Applausi e apprezzamenti all’indirizzo di Floriani e del suo volume in grado di toccare, tramite le vicende personali, tematiche tutt’altro che di nicchia. Dal piccolo paese, «un mondo arcaico fatto di poco e di moltissimo», si sviluppa la trama di un percorso di crescita personale inserito in un quadro ampio, costellato da boschi lussureggianti e incontaminati, contadini piegati nei campi, dal richiamo delle fabbriche, dal progressivo spopolamento di un borgo. I ricordi dei nonni, della maestra, dei giochi con gli amici si fondono con i passaggi legati al lavoro incessante per la sopravvivenza che permeava la vita degli abitanti de Le Grotte. Così come il fenomeno dell’emigrazione che portò a case chiuse e scuole vuote. I tratti intimi dell’autore emergono nella descrizione delle feste del paese, nelle serate spensierate accanto al fuoco, nei giochi all’osteria.

E poi l’esperienza romana, il rivoluzionario periodo degli anni Settanta fino ad approdare ai primi impieghi e sfide lavorative a Nardò, nel Salento. Proprio in terra pugliese, Floriani incontrerà la futura moglie Gabriella, prima del trasferimento a Vibo e il matrimonio arricchito dall’arrivo di cinque figli. Nel viaggio dei ricordi, anche la nascita del Sistema bibliotecario e il sogno di rendere «Vibo Valentia un centro di cultura per la Calabria». Una storia, tante storie collegate dal filo rosso delle scelte personali più che del destino. Le memorie di una vita, le definisce l’autore, che ricompongono il grande mosaico di una generazione che ha vissuto in prima persona uno dei periodi più rivoluzionari attraversati dall’Italia dal Dopoguerra in poi. Una generazione che ha dovuto fare i conti anche con i fallimenti ma che ha saputo trovare strade alternative per ricominciare.

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