Il coordinamento regionale delle consulte studentesche all’inaugurazione dell’anno a L’Aquila
La responsabile Franca Falduto: «Occorre dare più spazio alla voce degli studenti, investire sulla scuola è la nostra migliore chance per il futuro»
Sventolava anche la bandiera vibonese, seppure in un contesto regionale, all’inaugurazione dell’anno scolastico che si è tenuta a L’Aquila su invito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. All’evento era infatti presente il coordinamento regionale delle consulte studentesche, rappresentato dalla responsabile Franca Falduto (che è anche assessore comunale di Vibo) e da Janine Sinopoli, insieme al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Maria Rita Calvosa. Circa mille alunni e numerose personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport si sono ritrovati nel cortile della scuola primaria “Mariele Ventre” a dieci anni dal terremoto che colpì la zona perché, come ha ricordato lo stesso Mattarella, «essa è un simbolo in quanto non ha mai smesso di funzionare, neanche nei giorni più difficili seguiti al terremoto». Sul palco è intervenuto il neo ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che ha sottolineato il ruolo degli insegnanti, definendoli veri e propri «eroi civili». La Falduto, dal canto suo, ha rimarcato l’importanza del messaggio che è stato scelto come slogan dell’iniziativa, stampato sulle magliette tricolori distribuite a tutti i ragazzi presenti: l’articolo 34 della Costituzione per ricordare, come sosteneva Piero Calamandrei che «per mantenere la democrazia la scuola è più importante del Parlamento, della magistratura e della Corte costituzionale perché è a scuola che si impara a convivere con gli altri, anche con quelli più lontani da te, e a confrontarsi con idee diverse. È il luogo in cui la politica riassume il suo valore originario di mediazione dei conflitti, in cui si discute dei problemi, in cui l’inclusione accade in modo naturale». La responsabile delle consulte calabresi ha poi aggiunto che «occorre tener conto in misura maggiore della voce degli studenti per coinvolgerli nella co-gestione degli spazi educativi. La possibilità di rafforzare le reti territoriali deve consentire anche alle scuole più decentrate di costruire comunità solidali in grado di coniugare innovazione e prossimità. Se la scuola è la fotografia dell’Italia che avremo non possiamo che dedicarle tutte le risorse che occorrono: è il miglior investimento che abbiamo e la nostra migliore chance per il futuro».
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