martedì,Dicembre 3 2024

La parola contro la paura della diversità, riuscito il dibattito sui diritti di genere al TF

Un’ampia partecipazione di pubblico e un dibattito stimolante hanno messo fine ad ogni polemica. Luxuria: «Sui diritti nessuno può ergersi a giudice». 

La parola contro la paura della diversità, riuscito il dibattito sui diritti di genere al TF

Un incontro dal taglio sociologico e antropologico, affrontato sotto la lente d’ingrandimento della giurisprudenza. Il TF Leggere&Scrivere ha ospitato, ieri, il magistrato Giuseppe Cricenti, Filippo Savarese, portavoce nazionale del movimento Le Manif Pour Tous, e Vladimir Luxuria ex parlamentare, per parlare di “Diritti oltre il genere”. Un dibattito vivo, critico, che ha attirato l’attenzione di un numeroso pubblico, come sempre attento e curioso. Si è partiti dalla distinzione tra moralità e giuridicità. Per il magistrato Cricenti, tuttavia, non ci sono dubbi: «Il diritto non deve prendere atto di scelte morali rilevate nella società» ha fatto presente, aggiungendo la necessità della «neutralità dello Stato nelle scelte morali dell’individuo che decide da sé come orientarsi e comportarsi». 

Al dibattito si sono affrontate questioni come le unioni civili, l’omofobia, l’istigazione alla violenza, i diritti dei bambini. E quindi, le scarse regolamentazioni dell’Italia che, in più occasioni, ha dimostrato di non essere particolarmente «veloce». Basti pensare, come espresso nel discorso introduttivo di Luxuria, che nel 1989 fu la Danimarca la prima nazione a legiferare sulle coppie omosessuali, seguita da tutte le altre nazioni, anche le più cattoliche: «Abbiamo il diritto – ha precisato l’ex parlamentare – a sentirci uguali agli altri. E che non ci sia più nessuno che, in nome di un colore della pelle, di una confessione religiosa o di un orientamento sessuale, si erga sul piedistallo e decida quali diritti darci e quali diritti tenere per sé». Una legislazione adeguata, quindi, diventa un allargamento dei diritti a tutti non una limitazione dei diritti delle famiglie. Conoscere le realtà, «significa non averne più paura. L’amore è amore, è un sentimento». La parola è poi ripassata a Cricenti il quale ha evidenziato il valore «simbolico delle leggi», con riferimento alla legge sull’omofobia, «anche se vi era la possibilità nell’ordinamento di reprimere determinati comportamenti anti omofobi, l’averlo sottolineato espressamente ha un valore aggiunto rispetto a quello che poteva essere una regola implicita». 

Intervenuto quindi Filippo Savarese portavoce nazionale dell’associazione La Manif Pour Tous, movimento che si definisce apartitico ed aconfessionale, che nasce in Francia per ribadire l’unicità della famiglia fondata sull’unione tra uomo e donna e riconosciuta solo con il matrimonio. L’esponente ha ribadito il concetto di famiglia tradizionale, e che solo un uomo e una donna, in grado di generare la vita, possono essere papà e mamma. 

Ferma la posizione di Luxuria, la quale ha sottolineato quanto mamma sia chi partorisce, ma anche chi adotta un bambino, e mamme sono quelle donne che con grande difficoltà riescono a portare avanti una gravidanza: «Come diceva mia nonna, i figli sono di chi li cresce». Fuori dallo storico Palazzo Gagliardi, esponenti di Forza nuova hanno manifestato il loro dissenso per la presenza dell’ex parlamentare e per il dibattito in corso. Una contestazione, comunque pacifica, che si è limitata a qualche striscione e la distribuzione di volantini. Gilberto Floriani, in qualità di direttore artistico del TF Leggere&Scrivere, per nulla scomposto da questo piccolo fuori programma, si è detto non preoccupato del loro presidio: «La loro presenza non disturba e non preoccupa. Nel pieno principio dei valori di democrazia e libertà espressi dal TF Leggere&Scrivere, ci siamo concentrati su un dibattito culturale e non ideologizzato, soprattutto aperto al confronto».

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