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Vino, tradizioni e identità: focus in un partecipato evento promosso a Zambrone

L’iniziativa promossa dall’amministrazione di concerto col Gal terre vibonesi ha puntato i riflettori sulla produzione vitivinicola nel piccolo centro costiero

Vino, tradizioni e identità: focus in un partecipato evento promosso a Zambrone
Il convegno a Zambrone

“L’Epifania tutte le feste porta via… tranne Zibibbo e Malvasia”. È questo il titolo della manifestazione voluta dall’amministrazione comunale di Zambrone e organizzata col patrocinio e di concerto col Gal Terre vibonesi presieduto da Vitaliano Papillo che si è svolta l’altro ieri presso il Centro servizi sociali. Eloquente, oltre al titolo, anche il sottotitolo dato all’incontro: “Dall’antichità alle Cantine Artese, la tradizione vitivinicola a Zambrone” che ha registrato una massiccia presenza di pubblico. A fare gli onori di casa è stato il sindaco, Corrado L’Andolina, il quale ha messo in luce come: «Il nome stesso, Zambrone, secondo Gabriele Barrio, erudito del sedicesimo secolo, significherebbe “Nobile per olio e vino ed olio”. Già solo questa circostanza merita approfondimento. Il vino, insomma, per Zambrone non è soltanto una produzione agricola, ma appartiene al Dna culturale della sua comunità. Quindi, chiunque si adoperi per la valorizzazione di questo elemento, come la cantina Artese diretta da giovani generosi e preparati, merita gratitudine». A seguire l’intervento di Antonio Montesanti che ha edotto i presenti su tutte le circostanze storiche in cui si sviluppano le dinamiche dell’area vibonese intorno alla produzione e alla commercializzazione del vino, dalla Magna Grecia ad oggi. Un intervento puntuale e rigoroso corroborato da precise documentazioni.

Quindi è toccato a Giovanna Artese imprenditrice che da sempre coltiva, con passione e professionalità, alcuni vitigni presenti sul territorio comunale, in modo particolare Malvasia e Zibibbo. La giovane operatrice ha trasmesso un video in cui ha intervistato due anziani del paese, i quali hanno spiegato quanto fosse diffusa, su scala comunale, la produzione del vino fino agli anni Sessanta, specie dello Zibibbo. Ciò accadeva in modo particolare su Madama. Due le qualità di Zibibbo presenti sul territorio. Tre le tipologie dell’uva in argomento che venivano distinte dai contadini al momento della raccolta: una prima funzionale alla consumazione, una seconda per la produzione dello Zibibbo da tavola e una terza per l’uva passa. Le conclusioni sono state affidate a Vitaliano Papillo, il quale ha messo in luce il lavoro del Gal Terre vibonesi in tutti questi anni di attività e le potenzialità che offrono i territori del Vibonese: «Il connubio turismo-terra è duplice. Se da un lato i paesaggi mozzafiato presenti nella Costa degli dei, nelle Serre, nelle aree collinari sono motivo di attrazione turistica, dall’altro, le risorse enogastronomiche di questa provincia sono davvero enormi. Il vino è una di queste. Sapere sviluppare e mettere in rete tutto ciò, secondo dinamiche moderne e attraverso un approccio imprenditoriale organico è la sfida del presente e lo sarà, ancora di più, per il futuro».

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