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Gli antichi portoni a Zungri celebrano la tradizione contadina: «Puntiamo ad un museo a cielo aperto» – Foto

La valorizzazione dell’antico borgo prosegue. Così tra le vie si scorgono poesie in vernacolo, filastrocche sui muri. E poi le opere realizzate sugli antichi portoni: «Con gli altri paesi potremmo creare una rete “delle porte dipinte”»

Gli antichi portoni a Zungri celebrano la tradizione contadina: «Puntiamo ad un museo a cielo aperto» – Foto

L’obiettivo è quello di trasmettere il messaggio di “paese ospitale” alle migliaia di visitatori che annualmente fanno tappa al sito archeologico di Zungri. Già la prima edizione, promossa nell’estate 2022 dal Comune in sinergia con il locale Museo, aveva ottenuto ottimi riscontri con la riqualificazione delle vecchie porte e portoni del paese. Grazie alla creatività degli artisti aderenti al progetto, il vecchio centro storico aveva riacquisito decoro e anche l’interesse dei turisti. Alla luce dei promettenti risvolti, è stato pubblicato un nuovo bando di concorso per la realizzazione di opere pittoriche: «La tematica della rappresentazione, a scelta dell’artista – evidenziano i promotori- dovrà comunque rifarsi dell’identità culturale e sociale del territorio zungrese». Già nella passata edizione, i partecipanti avevano optato per la raffigurazione di scene della vita contadina, della devozione alla Madonna della neve, legate alla pastorizia. Un mondo del passato capace di riemergere da abitazioni perlopiù in disuso da anni. Piccoli passi per rendere Zungri un piccolo museo a cielo aperto.

“Gli antichi portoni raccontano”

Il progetto “Gli antichi portoni raccontano” mira dunque ad «allargare il percorso di visita già offerto ai visitatori, a partire dal Museo della civiltà rupestre e contadina proponendo un itinerario in cui memoria storica e pittura si intrecciano per ricreare un “Museo a cielo aperto”». L’idea è quello di rendere le varie opere realizzate in paese, tappe di un «percorso di riscoperta del borgo antico facendolo così diventare un’attrazione turistica». L’artista è libero di interpretare la tematica con il proprio stile e tecnica. I promotori parlano di «percorso parlante» proprio perché ogni porta ha la forza di raccontare una storia. Guardando al futuro, «le vie del centro storico si animeranno con veri e propri percorsi d’arte, sempre visitabili, divenendo un tutt’uno con il Museo della civiltà contadina ed insediamento rupestre». L’iniziativa rappresenta un ulteriore tappa per la promozione della cittadina del Poro, partita con la valorizzazione del sito degli Sbariati e del Museo, all’interno del quale sono custoditi molti oggetti della vita di un tempo «perlopiù inutilizzati ma con un grande valore culturale e antropologico». Riescono infatti a riportare «indietro nel tempo gli adulti e sono insegnamenti di vita per le nuove generazioni».

«Bisogna conoscere il passato per poter costruire il futuro», ricordano gli organizzatori. E Zungri, nonostante le difficoltà, in questi anni ha cercato di fare il massimo per pubblicizzare, ben oltre i confini regionali, la storia dell’insediamento rupestre. Tant’è che ad oggi, il sito registra centinaia di presenze quotidiane, con un alto numero di turisti dalla Calabria, altre zone d’Italia ed Estero. Con “Gli antichi portoni raccontano”, si compie un passo in più: «passato e futuro si fonderanno in quegli angoli disabitati che riprenderanno a vivere. Le vecchie case in questo modo verranno simbolicamente riaperte».

Il concorso

Per aderire c’è tempo fino a fine luglio (maggiori info sull’albo pretorio del Comune). Le opere verranno sottoposte al giudizio di una commissione composta dal sindaco Franco Galati, la direttrice del locale Museo Maria Caterina Pietropaolo, il pittore Bruno Caputo, il maestro scultore Michele Zappino e il professore di pittura Raffaele Famà. I lavori dovranno essere realizzati a partire dal 6 agosto e terminate entro e non oltre il 13 agosto 2023. L’indicazione dei vincitori verrà riportata al responsabile dell’area tecnica del Comune che con propria determina approverà la graduatoria e provvederà alla pubblicazione all’albo pretorio on line dell’ente. Al vincitore verrà riconosciuto un premio dell’importo di 300,00, euro al secondo classificato un premio di 200 euro ed al terzo un premio di 100 euro.

Il ritorno degli emigrati

L’entusiasmo a Zungri è crescente come confermato nelle parole della direttrice del Museo, Maria Caterina Pietropaolo: «Tanti residenti hanno riscoperto angoli del centro storico abbandonati. Molte case appartengono ad emigrati, alcuni fanno ritorno per il periodo estivo. L’iniziativa si svolgerà dunque ad agosto e non è un caso, perché in questo mese il paese accoglie tanti cittadini che hanno lasciato la terra d’origine». Il progetto ha richiamato l’attenzione anche di istituti d’arte del territorio e di fuori provincia. A rendere il percorso più suggestivo «le poesie sui muri, scritte in vernacolo e in italiano. Sono state realizzate da poeti locali. Grandi apprezzamenti per il muro delle filastrocche e dei proverbi e poi l’area con le fomelle realizzate dall’artista Pino Costanzo. L’itinerario si è via via arricchito, non solo con le porte dipinte».

L’idea di Zungri è stata ripresa anche in altri contesti territoriali del Vibonese: «Siamo stati di esempio – aggiunge Pietropaolo- e questo non può che inorgoglirci. Si potrebbe creare un percorso unico, una rete “delle porte dipinte”, con il coinvolgimento dei paesini che hanno portato avanti simili iniziative. L’augurio è che il progetto vada avanti e si componga di ulteriori appuntamenti per valorizzare al meglio il patrimonio rappresentato dalla cultura contadina». Al momento le opere sono tredici, «sono ancora poche ma di grande spessore poiché sono espressione di esperienza di vita vissuta e vanno ad arricchire l’itinerario del Museo che è un po’ come visitare la casa dei ricordi, dei nonni, dei tempi passati». Il risultato è degno di nota: «Tanti visitatori che abbiamo ospitato alle grotte sono ritornati a Zungri per visitare il centro storico. Questi riscontri ci fanno capire che la strada tracciata è quella giusta. Proprio su questa scia stiamo anche pensando di far realizzare dei grandi murales, ma il progetto è in lavorazione», chiosa la direttrice del Museo.

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