Vibo Marina, una serata magica a passo di danza con la Margot Fonteyn
Dalla proiezione del cortometraggio di Pietro Comito sull'associazione di ballo al racconto dei ballerini che partiti da Vibo ora calcano i palcoscenici più importanti del mondo: una notte da ricordare
La danza, il filo conduttore. La voglia di assistere a qualcosa di bello, la motivazione. Due ingredienti ben dosati che hanno reso speciale una notte d’estate a Vibo Marina. È successo venerdì, in una piazza Satriani gremita e attenta, attratta da uno spettacolo particolarmente evocativo già dal titolo, “Sulla soglia dell’eternità”, che era anche il pezzo conclusivo proposto dalla “Margot Fonteyn”, associazione-scuola di danza di Vibo Marina, diretta da Graziella Teti, che è stata la protagonista, in vari modi, della serata. Una serata iniziata intorno alle 21.30 ed aperta dalla proiezione del cortometraggio firmato dal giornalista Pietro Comito, in veste di regista, e prodotto da LaC Tv, incentrato proprio sulla storia e l’impegno della Margot Fonteyn, associazione esempio di resilienza in un territorio difficilissimo, metafora di resistenza in una landa desolata che non offre niente alle future generazioni, solcata da criminalità, desertificazione economica ma anche sociale; ma che trova nella danza, nell’arte e nella cultura in senso lato un’occasione di svolta, una motivazione, un’alternativa per bambini e ragazzi.
Dopo la proiezione, molto apprezzata dal pubblico, Comito, condirettore di LaC Tv, ha intervistato l’attore di teatro Giuseppe Cutrullà, protagonista di diverse produzioni in giro per l’Italia, rientrato a Vibo Marina; Cutrullà ha proposto un pezzo molto intenso rappresentando il Minotauro dalla sua stessa soggettività. A raccontare e raccontarsi c’era poi Mario Laterza, altro ballerino nato con la Margot, e adesso nella Spellbound contemporary ballet, una delle più importanti compagnie di ballo del mondo, dove lavora anche col grande coreografo Mauro Astolfi ed ha ballato nei teatri più importanti del globo. Tra i protagonisti della serata anche Federica Pavone, che a 14 anni ha sostenuto un’audizione ed ora vive a Roma e lavora come ballerina proprio nella compagnia di Astolfi. Al microfono di Comito si è raccontata pure Fatima Malara, studentessa universitaria di teatro, che ha partecipato al balletto finale durato circa mezz’ora interpretando una parte struggente, in cui le opere d’arte prendevano vita dopo la visita di alcune bambine dalle stesse rimaste affascinate. La rappresentazione del concetto di eternità dell’arte vedeva il suo culmine proprio nel balletto finale, conclusosi intorno a mezzanotte davanti ad una platea diventata sempre più numerosa, con in prima fila il sindaco Maria Limardo. Segno che di eventi così, in questa landa desolata, ce n’è un disperato bisogno.