La Paleontologia grande protagonista per la riapertura del museo del mare a Tropea
La nuova esperienza museale mette in risalto il lavoro trentennale di ricerca, scavo e recupero del paleontologo tropeano Giuseppe Carone
Il museo del mare a Tropea, diretto da Francesco Barritta, apre nuovamente la pubblico sabato 29 aprile, con un nuovo allestimento che finalmente rende protagonista la paleontologia e la grande storia dei fossili marini. Quanto sarà esposto è frutto della trentennale attività di ricerca del paleontologo Giuseppe Carone, responsabile scientifico del museo.
«Un museo del mare a Tropea lo possiamo giustificare – ha dichiarato Carone – solamente attraverso i tantissimi ritrovamenti paleontologici rinvenuti, poiché Tropea non ha nella sua storia una grande marineria come ad esempio la vicina Parghelia. Tropea ha conosciuto sviluppo grazie ai suoi casali, grazie al territorio del circondario. Personalmente sono molto orgoglioso di poter restituire al territorio, e sopratutto alla Calabria, il suo record fossile, altrimenti disconosciuto e perso per sempre, derivante dalla mia lunga attività di ricerca, scavo e recupero. Ho avuto la fortuna – ha raccontato Carone – di poter collocare la mia attività durante il boom edilizio degli anni ’70. Quindi approfittare delle cave allora esistenti ha facilitato di molto il mio compito di esplorazione del sottosuolo, altrimenti reso difficoltoso da richieste di finanziamenti e permessi per scavi mirati. Ho potuto addirittura studiare i sireni, divenuti poi oggetto del mio dottorato di ricerca all’università di Messina. Tra i reperti rinvenuti che mi hanno dato maggiore soddisfazione c’è anche il cranio di un rinoceronte di epoca miocenica, una rarissima specie endemica risalente a circa sette milioni di anni fa i cui antenati provenivano dall’Africa, dissotterrato nel bacino tra Cessaniti e Zungri».
Carone, che ha all’attivo ben 25 pubblicazioni internazionali con i maggiori studiosi del settore, ha potuto far confluire tutti i reperti nei due musei di Tropea e Ricadi. «Riapriamo al pubblico per mostrare la preziosa carta d’identità di un territorio antichissimo, ansiosi di avviare tutta la programmazione estiva e poter così ampliare le attuali quattro sale espositive con altri due spazi su cui in futuro si avvieranno dei lavori di recupero». [Continua in basso]
Il progetto del museo, curato dall’architetto Vincenzo Carone, «mette in primo piano gli elementi espositivi in una chiave esteticamente più leggera e di impatto rispetto alla classica idea di museo – ha invece sottolineato l’architetto -. Per far questo abbiamo lavorato moltissimo sullo stile espositivo, utilizzando contenitori quasi invisibili, al fine di esaltare la bellezza di reperti unici e fondamentali nel panorama paleontologico internazionale e per regalare ai visitatori un’esperienza museale totalmente diversa e più impattante a livello visivo. Stesso criterio è stato seguito anche per tutta la cartellonistica presente».
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