Drapia, riconfermata la direzione del museo civico all’architetto Emilio Minasi
Si rilancia il castello "Pasquale Galluppi" con annesso sito archeologico degli Italici e la biblioteca filosofica ricca di volumi sul territorio
«Il futuro del castello “Pasquale Gappulli” sarà molto diverso da ora poiché stiamo lavorando, di concerto con l’amministrazione di Drapia, alla trasformazione in polo museale aperto e funzionante tutto l’anno, non soltanto in estate». E’ quanto fa sapere l’architetto Emilio Minasi, appena riconfermato direttore del museo civico dall’amministrazione di Alessandro Porcelli. «Questa veste futura consentirà piena collaborazione con tutte le realtà presenti sul territorio, principalmente artigiani e piccoli produttori, per la promozione e valorizzazione dello stesso». [Continua in basso]
La trasformazione del castello in polo museale, Minasi la fonda sulla nuova definizione di museo data recentemente dal Consiglio internazionale dei musei d’Italia (Icom). «”Il museo – sottolinea il direttore citando l’Icom – è un’istituzione permanente senza scopo di lucro e al servizio della società, che compie ricerche, colleziona, conserva, interpreta ed espone il patrimonio culturale, materiale e immateriale. Aperti al pubblico, accessibili e inclusivi, i musei promuovono la diversità e la sostenibilità. Operano e comunicano in modo etico e professionale e con la partecipazione delle comunità, offrendo esperienze diversificate per l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze ed io sposo appieno questa nuova visione del museo”. Ecco perché siamo al lavoro per un rilancio del castello che non sia fine a sé stesso ma che, traendo forza dal territorio di appartenenza, amplifichi la sua importanza ben oltre i confini provinciali e regionali».
Dopo tre anni di direzione, Minasi vuole trovare il modo di portare alla ribalta nazionale soprattutto l’importanza dell’area archeologica di località “Torre Galli” e le valenze tipiche di tutte le frazioni del comune di Drapia, incluse le eccellenze enogastronomiche, paesaggistiche e monumentali presenti: «L’insediamento degli Italici, rinvenuto in loco dall’archeologo Paolo Orsi nei primi del ‘900, e ripreso nel 2013 dal professore Marco Pacciarelli dell’Università Federico II di Napoli, è la testimonianza di qualcosa di fondamentale che potrebbe addirittura sovvertire le conoscenze che oggi possediamo sulle nostre stesse origini come popolo italiano. Questa ricchezza inestimabile del territorio di Drapia, unica nel suo genere, deve diventare il cuore pulsante della promozione territoriale, deve diventare una risorsa dalla quale il territorio possa sempre attingere per il proprio sviluppo». [Continua in basso]
Mentre si pensa a come dare maggiore risonanza al sito archeologico «magari attirando anche studiosi internazionali che possano contribuire a non lasciare che le iniziative svolte siano fine a sé stesse», si lavora anche sull’allestimento «vero e proprio del museo, non ancora aperto al pubblico, che sarà un continuo work in progress e che conterrà tutti gli elementi provenienti dal sito archeologico anche se – sottolinea con un lieve rammarico il direttore Minasi – i pezzi più prestigiosi sono in possesso dei musei di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Chiederli in prestito è spesso troppo macchinoso, ma per le iniziative future che abbiamo in mente nulla osta nella collaborazione con entrambi gli enti affinché tali manufatti possano essere ugualmente mostrati al pubblico magari effettuando dei collegamenti in streaming». Insomma, ci si affiderà alla tecnologia per ampliare l’offerta museale «e per rendere il castello “Galluppi” una realtà visibile da tutto il mondo». Portando avanti l’area archeologica ed il museo annesso, spazio anche alle attività scolastiche «ma concentrandoci sull’inclusività dei ragazzi nella struttura, rendendoli sempre più confidenti con questa realtà e non avviando collaborazioni sterili una tantum». Infine, un accenno sulla biblioteca: «Rilanciare il castello significa adottare strategie valide per la missione, ecco perché la biblioteca si distinguerà dal concetto classico cui siamo abituati – ha poi concluso Minasi -. Avrà un taglio filosofico, incentrato sulla figura del filosofo pasquale Galluppi ma conterrà materiale culturale focalizzato sul territorio drapiese, così da racchiudere e divulgare la carta d’identità del Comune».
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