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Viaggio a Francavilla Angitola, la storia del paese del drago e i ruderi medievali

Il parco archeologico, le tracce di antiche fabbriche cinquecentesche e poi i resti della chiesa di San Pietro e il calvario greco. La storia della cittadina del Vibonese e i suoi tesori rappresentano un richiamo turistico su cui puntare

Viaggio a Francavilla Angitola, la storia del paese del drago e i ruderi medievali
Francavilla Angitola, foto di Giuseppe Pungitore

È conosciuto come “il paese del drago” e vanta una storia antichissima e suggestiva. Il nucleo originario di Francavilla Angitola giace allungato lungo una bassa dorsale posta a 290 metri sul livello del mare. Una conformazione davvero caratteristica che rimanda alla sagoma un drago. La sua origine, benché in assenza di documenti certi, affonda le radici nel IX-X secolo in epoca bizantina. Una fase storica di grandi mutamenti in cui le popolazioni, soprattutto nei pressi delle coste soffrivano la furia delle incursioni saracene. Le scorrerie erano così frequenti e violente da spingere Bisanzio a mandare truppe sia in terra calabra che in Puglia per riconquistare le terre occupate dai musulmani. Tra i condottieri più apprezzati, vi era Niceforo Foca grazie al cui intervento, le popolazioni sfuggite alle ondate di morte e devastazione dei mori, edificarono nell’entroterra borghi fortificati. Tra i centri, vide la luce anche Francavilla. [Continua in basso]

Foto di Francavilla di Giuseppe Pungitore

La nascita di Francavilla

Il paese “costituito” da fuggiaschi crebbe nel tempo. La popolazione aumentò e contestualmente vennero implementate le fortificazioni. Furono inoltre realizzate a scopo difensivo possenti mura. Coi Normanni, poi, la cittadina ottenne l’appellativo di Francavilla. Ovvero il paese venne considerato dal re degno di benefici fiscali, economici, politici e militari proprio in qualità di terra regia. Il declino si ebbe a partire dall’epoca angioina, coi conflitti con gli aragonesi e con le tensioni tra feudatari e regnanti. A sconvolgere, i disastrosi terremoti del 1638 e 1783. I sismi, le carestie e la pestilenza segnarono duramente la storia del borgo. Nonostante ciò, la Francavilla settecentesca vantava una situazione economica discreta con la presenza di numerosi artigiani, mastri, massari e famiglie di nobile estrazione. Aspetti documentati dal Catasto onciario del 1743. Il documento, infatti, ebbe il merito di cristallizzare non solo la situazione demografica ma anche quella economica-sociale del paese. [Continua in basso]

Resti di calvario, foto di Giuseppe Pungitore

Il glorioso passato di Francavilla e i resti medievali

I terremoti, come anticipato, furono devastanti per l’intero comprensorio. A seguito degli eventi sismici, furono irrimediabilmente danneggiati il castello, le mura di cinta, torri e portoni. La loro magnificenza è descritta in alcuni documenti tra cui rogiti notarili. E tra i luoghi d’interesse culturale, spunta località “Pendino”. Qui, in un luogo un tempo abitato, sorge un piccolo parco archeologico che racconta l’eredità storica dell’antica Francavilla. Vi figurano resti di fabbriche cinquecentesche andate in rovina, adattate nei secoli successivi.  Vi si scorgono archi, cornici, finanche parti arricchite da elementi decorativi. Tra le bellezze della cittadina anche la Chiesa delle Grazie, distrutta dal sisma e poi ricostruita a cavallo tra 1791 e 1793. Qui viene conservata un’antichissima statua della Vergine realizzata dallo scultore Vincenzo Scrivo di Serra San Bruno. Visibile anche un pregevole “Ciborio”, tabernacolo a quattro colonne frutto del lavoro di un artigiano locale, arricchito di colonnine e ricchissimi intarsi. Non solo, visibili dal belvedere del parco archeologico i resti della chiesa di San Pietro e il calvario greco. Il sito, dopo attività di recupero, viene utilizzato per manifestazioni. Tra le vestigia di un passato glorioso, anche i resti di tre conventi. [Continua in basso]

Foto di Francavilla di Giuseppe Pungitore

Il futuro di Francavilla

I panorami mozzafiato e il viaggio nella storia che si compie passeggiando per le vie della cittadina sono da richiamo per i villeggianti: «Certamente – sostiene Giuseppe Pungitore, 68 anni, ex dipendente comunale e appassionato di storia – le bellezze di Francavilla sono conosciute, così come le sue origini. Tuttavia come comunità auspichiamo che la nostra cittadina diventi una vera e propria meta turistica. Le tracce del suo illustre passato sono ancora evidenti e per noi rappresentano motivo d’orgoglio». Pungitore e diversi cittadini volontari da anni si impegnano per far conoscere oltre i confini provinciali lo straordinario patrimonio storico del loro borgo: «Molti turisti arrivano qui per caso, eppure Francavilla ha tutte le carte in regola per essere inserita a pieno titolo nella rete del turismo che conta. Noi – ha aggiunto- continueremo a fare la nostra parte divulgando anche attraverso pagine social e il sito internet di Francavilla frammenti di una storia locale più viva che mai».

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