Soriano, va in scena Cria da Marè: storia di una donna che ha lottato per un mondo più giusto
L'opera teatrale scritta e interpretata dall’attrice Annamaria Macrì è ispirata alle vicende della brasiliana Marielle de Franco. L'appuntamento, voluto dalla Commissione per le pari opportunità ‘Raffaela Calitri’, è per le 19 nel salone del Santuario di San Domenico
“Cria da Marè” è un’opera teatrale scritta e interpretata dall’attrice Annamaria Macrì con la regia di Emanuela Bianchi e prodotta dall’associazione culturale Confine Incerto. Andrà in scena oggi, 9 marzo, alle ore 19:00, nel salone del Santuario di San Domenico in Soriano Calabro. Un evento voluto e organizzato dalla Commissione per le pari opportunità ‘Raffaela Calitri’ di Soriano Calabro con il patrocinio del Comune.
Cria da Marè – è scritto in una nota – è ispirata alla storia di Marielle de Franco, una donna brasiliana, nata nella favela di Marè. Un’attivista per la difesa delle persone lgbt, delle donne nere, dei giovani nelle favelas, la cui forza e il coraggio risiedevano nel senso di appartenenza alla sua terra e alla sua gente. Marielle si è battuta per quello in cui credeva: un mondo più giusto, senza abusi di potere e per il riconoscimento di chi vede la propria esistenza negata, le è costata la vita, uccisa da otto colpi di pistola calibro nove. Il suo omicidio è un esempio dei pericoli che i difensori dei diritti umani devono affrontare in Brasile e non solo. [Continua in basso]
La Commissione per le pari opportunità di Soriano Calabro ha scelto questa rappresentazione teatrale per il messaggio di vita, per il senso di collettività e giustizia che una donna, lesbica e nera, in un paese come il Brasile, stava riuscendo ad ottenere con la sua sola voce. La frase che spesso ripeteva: Eu sou porque nos somos (io sono perché noi siamo), era il suo mantra. Il segreto e la forza dell’esistenza risiedono in quel “Noi”, e in quella voce che a volte non si ha ancora il coraggio di far sentire.
«Marielle è simbolo dell’inevitabile osmosi che oltrepassa i muri e arriva alla pelle, quel luogo sottilissimo dove avviene il contatto, l’ambiente tocca noi e noi tocchiamo l’ambiente»: la Commissione ha scelto la storia di Marielle perché sia di esempio e ispirazione nei contesti che ciascuna e ciascuno di noi attraversa quotidianamente. Marielle è morta quattro anni fa, Anna Macrì le continua a dar voce con l’urgenza di chi sa che possiamo morire, ma non la nostra storia. «Alle persone che, a Soriano, questa sera, si ritroveranno nella vita di Marielle, auguriamo di accoglierne le speranze e il coraggio e si, più di tutto, di poter cambiare il finale».
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