Tecnologie Gis a supporto del territorio, la proposta di Francese sbarca a Roma
Verrà presentato nei prossimi giorni nella Capitale, il progetto sul recupero del patrimonio edilizio dei centri calabresi elaborato dell’architetto vibonese e dalla collega Manuela D’Andrea.
Verrà presentato a Roma nelle giornate del 20 e del 21 aprile prossimo, in occasione della Conferenza Esri2016, il lavoro dall’architetto vibonese Domenico Francese. Lo stesso architetto, già premiato nel 2012 con il lavoro sul Parco Archeologico Urbano di Vibo Valentia, relazionerà, insieme all’architetto Manuela D’Andrea sul tema principale sui cui ormai si fonda il futuro di ogni città: il recupero del patrimonio edilizio esistente.
«Purtroppo – spiega Francese -, in molti luoghi calabresi e anche nella mia città, alla quale resto molto legato, nonostante scelte personali mi hanno portato come molti giovani a lasciare la propria terra, molti occhi rimangono chiusi per sognare una bella città. Molte aree e centri calabresi generano un interesse locale a causa dell’assenza di un concreto supporto alla loro valorizzazione. Il nostro scopo di architetti è quello di proporre idee, valorizzare ciò che si possiede, far aprire gli occhi alle persone avanzando proposte alternative. Bisogna avere la forza, nonostante il periodo critico del nostro settore, di fornire suggerimenti validi alle buone amministrazioni da cui partire, attivando un’inversione di rotta mediante una cooperazione maggiore e attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie avviando un nuovo dibattito virtuale per fornire un aiuto concreto ai processi decisionali sul territorio».
Attraverso il Gis, strumento del loro lavoro che consente di offrire risposte immediate, i professionisti puntano a far emergere una possibile rete di centri minori dove la presenza del paesaggio, beni culturali, ruralità, costituiranno fattori di sviluppo che devono essere coniugati secondo nuove regole, in un’ottica che propone servizi dedicati alla riscoperta delle tradizioni locali, artigianali, architettoniche più caratterizzanti.
«La bellezza si esprime attraverso gli occhi di chi guarda – aggiunge Francese -. Il nostro successo si esprime sia nella funzionalità di ciò che si progetta ma soprattutto salvaguardando ciò che ci circonda. Il futuro non lo dobbiamo inventare, già è intorno a noi. La cosa più complessa è farlo capire agli utenti. Dedico questo mio lavoro, a mio padre – conclude il professionista -. Maestro di vita… una vita dedicata alla sua arte e all’architettura».
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