giovedì,Novembre 28 2024

I dolmen di Nardodipace, vestigia di una civiltà antichissima e misteriosa

Anche la Calabria ha la sua Stonhenge, di cui forse in pochi conoscono l’esistenza: i megaliti che si trovano nel più piccolo dei comuni del Vibonese, rinvenuti nel 2002 e risalenti all’Età del bronzo.

I dolmen di Nardodipace, vestigia di una civiltà antichissima e misteriosa
Alcuni degli antichissimi megaliti rinvenuti a Nardodipace

Nell’area della dorsale appenninica, nell’ultima fase del Neolitico, dopo il 1500 a.C. si sviluppò la cosiddetta cultura appenninica, basata sulla pastorizia e sulla pratica della transumanza. Fra Puglia, Lucania e Calabria vennero adottate, da quella cultura protostorica, le sepolture megalitiche a forma di “dolmen”.

Sarebbe stata proprio questa, o quella religiosa, la funzione dei megaliti (in questo caso si può parlare di triliti in quanto composti da tre pietre di cui la più grande è alta 10 m. e larga 20 m.) esistenti a Nardodipace, un luogo di per sé straordinario e dove la natura è ancora incontaminata.

Queste antichissime vestigia potrebbe ro ricollegarsi ad un antico popolo , il mitico popolo dei Pelasgi , che, secondo alcuni studiosi, invase la Britannia portando con sé il culto di Stonhenge e che si sarebbe stanziato, in epoche preistoriche, in diverse località del Mediterraneo, tra cui l’Appennino calabrese e in particolare nel territorio di Nardodipace. Nei secoli seguenti, queste popolazioni svilupparono un’agricoltura e strutture sociali più evolute.

Nonostante qualche studioso abbia messo in dubbio l’origine antropica dei dolmen di Nardodipace, risulta veramente difficile immaginare che megaliti di quelle dimensioni , costituiti da blocchi di granito che superano le 200 tonnellate, disposti secondo un preciso ordine, possano essere stati trasportati e messe insieme da forze naturali.

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