Dsa, appello ai dirigenti vibonesi: «Inserite equipe psicopedagogiche nelle scuole»
Giusy Greco, specialista in riabilitazione da Disturbi specifici dell’apprendimento, invita gli istituti scolastici a dotarsi di esperti in grado di individuare precocemente situazioni a rischio
«Una delle più chiare emergenze della scuola italiana è rappresentata dal rapporto intercorrente tra disturbi specifici dell’apprendimento e autonomia scolastica. Con il termine emergenza, intendo indicare due cose distinte: l’emergenza della consapevolezza che i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) sono una caratteristica di molti alunni; l’emergenza nella gestione dei Dsa a fronte del comportamento spesso di matrice negazionista (“la dislessia non c’entra nulla con il suo disimpegno”, “è distratto”, “non fa i compiti”, ecc )». A sostenerlo è Giusy Greco, specialista riabilitazione Dsa, presidente associazione “Bacodia” (Bambini con disturbi dell’apprendimento). Per l’esperta «la lentezza delle fasi formative e l’attaccamento di molti docenti alla certificazione, non permettono di elaborare vere e proprie strategie d’insieme che consentano di entrare nel problema dei Dsa, allo scopo di ricondurlo alla sua naturale apertura verso strumenti di supporto affinché l’alunno non abbia a subire conseguenze eccessive da una problematica sostanzialmente assorbibile. Purtroppo vi è l’idea che solo se certificato un alunno è dislessico, mentre in realtà il disturbo esiste anche senza certificazione e prima “lo si prende per mano”, e meglio è».
Pertanto Giusy Greco si appella ai dirigenti scolastici delle scuole del Vibonese, sensibilizzandoli all’inserimento di equipe psicopedagogiche all’interno delle istituzioni scolastiche per individuare precocemente situazioni a rischio Dsa. «L’alunno dislessico – spiega – necessita d’interventi organici e sistematici, conseguentemente appare necessario affrontare la questione dei Dsa nel modo giusto agendo a livello di sistema e quindi partendo dall’organizzazione scolastica e non solamente dalla sensibilizzazione dei singoli docenti. Credo – prosegue – che sia necessario agire in termini di “ricerca-azione”, poiché la scoperta dei Dsa se vissuta correttamente può inoltre anche diminuire una delle cause della “dispersione scolastica”. In tale settore, i dirigenti scolastici sono proprio quelli che stanno forzando il “muro di gomma” dell’incomprensione, ed è proprio a loro che rivolgo il mio appello chiedendo d’istituire per ciascuna scuola, equipe psicopedagogiche le quali possano cogliere precocemente situazioni a rischio Dsa, fornendo sia allo studente coinvolto, sia ai docenti che devono quotidianamente confrontarsi con situazioni simili, una sorta di rete di sostegno ed intervento mirato che agisca sia sul piano didattico che psicologico, aventi entrambi lo stesso comune denominatore costituito dal benessere dello studente».