Pellicole scomode, per “Anime nere” arriva Criaco
Penultimo appuntamento con il cineforum di Libera e Sistema bibliotecario vibonese alla presenza dell’autore del romanzo da cui è stato tratto il contestato film di Munzi.
Con la proiezione del film “Anime nere”, sabato 20 febbraio alle ore 16, presso i locali di Palazzo Santa Chiara a Vibo Valentia, si terrà il penultimo appuntamento del cineforum “Pellicole scomode” realizzato da LiberaVibo e Sistema Bibliotecario Vibonese.
Il film, diretto da Francesco Munzi, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco, è un viaggio nel cuore della ‘ndrangheta e nelle sofferenze di una famiglia malavitosa. Africo, piccolo paese della provincia di Reggio Calabria, diventa cuore pulsante di traffici di droga, da nord a sud, tenuti insieme da una famiglia, allargata in clan.
I riti arcaici, la tradizione pastorizia, la spirale affettiva, fatta anche di odio, tradimento e morte, con l’impossibilità di spezzare i vincoli mafiosi, rappresentano il contesto sociale in cui si svolge Anime Nere. Un film che, dopo il successo al Festival di Venezia, è sicuramente il lungometraggio italiano più premiato dello scorso anno, trionfatore assoluto al David di Donatello ed al Nastro d’Argento.
Al termine della proiezione, sarà dedicato ampio spazio al confronto con Gioacchino Criaco, autore del romanzo “Anime nere”, che ha deciso, con il suo lavoro, di raccontare la Calabria senza edulcorazioni o mezzi termini, anche se ciò l’ha reso oggetto di diverse critiche.
«Un libro – spiegano gli organizzatori – che racconta la nostra regione dal di dentro perché non si possono comprendere le storie di queste famiglie legate alla ‘ndrangheta, se non le si conosce da vicino. All’interno dei nuclei famigliari mafiosi ci sono un odio e un amore diffuso e una gran voglia di dire basta a una storia infinita. Sicuramente un momento importante di condivisione e confronto che i giovani di LiberaVibo – proseguono -, sempre più entusiasti del lavoro che stanno portando avanti, utilizzeranno, anche in questa occasione, per stimolare la riflessione sul possibile riscatto della nostra terra e sulla concreta possibilità di alzare la testa e recidere quel filo fatto di sottomissione, paura e omertà che alimenta il fenomeno malavitoso della ‘ndrangheta».