mercoledì,Dicembre 25 2024

Da Favelloni ad Agira, il gemellaggio nel nome di San Filippo

L'abbraccio tra la comunità calabrese e quella siciliana unite dalla devozione al santo taumaturgo venuto dalla Tracia

Da Favelloni ad Agira, il gemellaggio nel nome di San Filippo

C’è un filo rosso che unisce Favelloni, piccolo centro del Vibonese ad Agira, comune sito nella provincia di Enna. Le due comunità, unite dalla devozione a San Filippo, hanno rinsaldato l’antico legame d’amicizia in occasione della festa e patrocinio del santo taumaturgo venuto dalla Tracia. La delegazione, composta dal parroco don Andrea Campennì, il sindaco Francesco Mazzeo e i componenti della Confraternita,  partita da Favelloni, ha raggiunto la Sicilia nei giorni scorsi per partecipare ad un intenso programma religioso. Momenti di preghiera ma anche incontro con l’origine di un culto che affonda le radici nei tempi lontani. I fedeli sono stati accolti all’ingresso della basilica dal parroco padre Giuseppe La Giusa e dalla comunità di Agira. Quindi la messa, presieduta da don Andrea e lo scambio di reciproci doni tra i due paesi. Presente anche il sindaco di Agira, Maria Greco. Intensa la processione con l’effigie di San Filippo: «Un’esperienza che rimarrà nel cuore di tutti» ha commentato don Andrea. Favelloni ha offerto l’olio con il quale verrà mantenuta sempre viva la lampada votiva per il santo:  «Una luce per essere lì, almeno con il desiderio, in preghiera» ha spiegato il parroco. Non è mancata una riflessione sulle attuali condizioni geo-politiche e il fenomeno dell’immigrazione, alla luce della testimonianza di vita di San Filippo, nato tra le attuali Siria e Bulgaria. In particolare, il sindaco di Cessaniti ha parlato del caso dei 49 migranti rimasti bloccati nel Mediterraneo per giorni: «Mi piacerebbe – ha commentato il primo cittadino di Cessaniti– che ciascuno di noi salisse su quella barca in mezzo al mare per capire come si può rimanere indifferenti quando un bambino, con la pelle dello stesso colore di San Filippo, si avvicina a te dicendo che ha freddo e fame». La giornata ha rappresentato un momento di confronto per le due comunità chiamate a lavorare in sinergia per la valorizzazione della propria identità storica-culturale.

 

 

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