Capo Vaticano, la dimora dello scrittore Berto entra nella rete dell’Associazione “Case della memoria”
È la prima in Calabria. Si propone di valorizzare la figura del noto intellettuale, ricordando il suo impegno a favore del teatro e del cinema
Novità per l’Associazione nazionale Case della memoria che registra un passaggio di testimone all’interno del Consiglio direttivo, l’ingresso nella rete di due nuove case museo e abbraccia la 13esima Regione, la Calabria. Nel corso dell’ultima seduta del direttivo del sodalizio, riunitosi in modalità online in ottemperanza alla normativa vigente legata al contrasto della pandemia Covid, sono stati infatti approvate all’unanimità tre novità.
La prima riguarda l’ingresso all’interno del Consiglio di Virginia Laffi, vicesindaco e attuale assessore alla Cultura del Comune di Grizzana Morandi che prende il posto della consigliera Patrizia Ornelli. La seconda e la terza riguardano l’ingresso di due nuove realtà all’interno della rete. Si tratta della casa-studio di Vittorio Mazzucconi, quarta casa milanese a entrare a far parte dell’associazione (dopo Casa Boschi-Di Stefano, la casa-studio Studio Francesco Messina e la Casa della Memoria di Milano), e di Casa Giuseppe Berto a Capo Vaticano (Vibo Valentia), prima Casa della Memoria in Calabria.
La prima casa della Memoria in Calabria
«Diamo il benvenuto nel consiglio a Virginia Laffi con cui speriamo di poter ampliare il lavoro di valorizzazione delle Case emiliane – commentano Adriano Rigoli e Marco Capaccioli, presidente e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Siamo particolarmente felici di accogliere la quarta casa milanese, legata a Vittorio Mazzucconi che raccoglie le testimonianze di circa settant’anni di attività artistica del grande architetto, artista e filosofo: il “Luogo della Cascata”, in cui ancora si respira grande creatività. Non minore soddisfazione ci dà poter annunciare l’ingresso nella nostra rete di casa Giuseppe Berto, prima Casa della Memoria in Calabria. Ringraziamo Giuseppe Nuccio Iacono che da anni svolge il ruolo di coordinamento per le Case della Memoria siciliane e il cui aiuto, anche in questa occasione, è stato prezioso per sancire l’ingresso nella nostra rete di questa bella realtà».
Ieri, a Giardini Naxos (Taormina) proprio Giuseppe Nuccio Iacono ha consegnato un premio a Antonia Berto, figlia di Giuseppe Berto, come rappresentante dell’Associazione nazionale case della Memoria. «In qualità di coordinatore dell’Associazione Nazionale Case della Memoria per la Sicilia e la Calabria sono stato molto felice di consegnare questo premio ad Antonia Berto, figlia del grande scrittore, per il suo impegno nel preservare il ricordo dell’opera letteraria del padre – commenta Giuseppe Nuccio Iacono -. Il riconoscimento arriva in contemporanea con l’ingresso di Casa Berto nella nostra rete, che si propone di promuovere i luoghi dove Giuseppe Berto scrisse alcuni dei suoi capolavori attraverso una serie di attività, come il festival “Estate a Casa Berto”, pensate per valorizzare la figura dello scrittore e promuovere più in generale la letteratura».
Casa Giuseppe Berto a Capo Vaticano
Casa Berto, a Capo Vaticano, si propone di valorizzare la figura di Giuseppe Berto non solo come scrittore ma anche come autore per il teatro, per il cinema e per le molte attività culturali che hanno contraddistinto la sua vita. L’intento è quello di riportare l’attenzione sulla sua figura, complessa, ma senz’altro affascinante. Capo Vaticano, fu il luogo dell’anima di Giuseppe Berto, che vi capitò quasi per caso e ne fece il suo “buen retiro”.
«Buttai la storia della mia malattia – scriveva -. Lavorai qua fra le pietre scrivendo una cartella dopo l’altra, con il rischio di bloccarmi fino alla fine». Ne venne fuori “Il male oscuro”, il suo capolavoro, scritto nella casa a strapiombo sul mare che lui stesso chiamò il suo “rifugio di pietre” immersa tra gli alberi che lui stesso aveva piantato e dove lo sguardo può spaziare abbracciando l’infinita distesa del mare. E, in lontananza. la sagoma delle isole Eolie.
La Casa-Studio di Vittorio Mazzucconi a Milano
Lungo il Naviglio Grande, a Milano, c’è l’antica chiesina di San Cristoforo e, quasi di fronte ad essa, il “Luogo della Cascata”, con un affascinante giardino lungo un corso d’acqua che, dal Naviglio, va all’Olona, formando una piccola cascata. Oltre all’ingresso da Via Andrea Ponti 1, è questo il luogo di accesso alla Fondazione Vittorio Mazzucconi. Il grande architetto, pittore e filosofo di cui essa è stata lo studio per oltre trent’anni, ha così trasformato in un’opera poetica una vecchia discarica, così come aveva trasformato un rudere abbandonato nel suo studio precedente, la “Fornace degli Angioli”. Un luogo ancora palpitante dell’attività creativa che si è svolta in esso e dei tanti seminari e altri contatti che si sono formati intorno.
Oltre al sito Internet che documenta questa attività, gli archivi della Fondazione raccolgono il contributo di Mazzucconi all’architettura, in particolare con il grande plastico del progetto della “Città Nascente” per il nuovo centro di Firenze, alla pittura con gli oltre 400 quadri del Maestro, e alla filosofia con i suoi 20 libri. Una ricerca solitaria a cui si accompagna la memoria dei libri del padre Ridolfo, scrittore, e dei quadri della sorella Fioretta, una grande pittrice purtroppo dimenticata.