Vibo Marina, lo scrittore calabrese Domenico Dara presenta “Malinverno”
Domani, alle ore 21,30, nel suggestivo scenario del porto (retro banchina Fiume), si svolgerà il primo incontro della rassegna letteraria “Ti porto un libro: incontri con l’autore”, organizzata dalla Pro loco
Domani, 16 luglio 2021, alle ore 21.30 nel suggestivo scenario del porto di Vibo Marina – retro banchina Fiume nei pressi della Capitaneria di porto – si svolgerà il primo incontro della rassegna letteraria “Ti porto un libro: incontri con l’autore”, giunta ormai alla sua 5a edizione. L’evento, organizzato come ogni anno dalla Pro loco di Vibo Marina, si è giovato quest’anno della preziosa collaborazione del Sistema bibliotecario vibonese e del Comune di Vibo Valentia, che lo ha inserito nel programma di appuntamenti di “Vibo Valentia capitale italiana del libro 2021”. [Continua in basso]
Il primo incontro di domani vedrà come ospite Domenico Dara, scrittore calabrese di grande talento già vincitore di diversi premi letterari e ormai conosciuto a livello nazionale e internazionale. Domenico Dara, nato a Catanzaro, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Girifalco, luogo in cui ha scelto di ambientare i suoi primi romanzi. Ha studiato a Pisa, laureandosi in Lettere con una tesi sulla poesia di Cesare Pavese. Oggi vive e lavora in Lombardia tra Valbrona e Milano. Ha esordito nel 2014 con il romanzo “Breve trattato sulle coincidenze” (Nutrimenti), finalista al Premio Calvino, ricevendo subito riscontri favorevoli di critica e di pubblico, e grazie al quale si è aggiudicato il Premio Palmi, il Premio Viadana, il Premio Corrado Alvaro e il Premio Città di Como. Nel 2016 ha pubblicato il suo secondo romanzo “Appunti di meccanica celeste” (Nutrimenti), tra i candidati al Premio Strega 2017 e nello stesso anno vincitore della XLI edizione del Premio Stresa, del Premio Nazionale Vincenzo Padula e del Premio Città di Rieti nel 2018.
Nel 2020 è stato pubblicato dall’editore Feltrinelli il suo ultimo romanzo “Malinverno”, opera che ha riscosso un grande successo di critica e di pubblico, e che ha permesso (anche grazie alla pubblicazione presso un più grande editore come Feltrinelli) di far conoscere l’autore a un pubblico molto più vasto di lettori. Nell’ambito della rassegna organizzata dalla Pro loco, dialogando con Rosario Carbone, docente di lettere e referente organizzativo dell’evento, presenterà proprio questa sua ultima fatica letteraria; un romanzo intenso e commovente sulla morte e il senso della vita, sulla forza dell’amore e della letteratura. Il protagonista del romanzo è Astolfo Malinverno, uomo zoppo, orfano ed emarginato che si ritrova a essere contemporaneamente bibliotecario e custode del cimitero di Timpamara, paese in cui si respira l’odore dei libri, quei libri che, mandati al macero nella locale cartiera, si lasciano trasportare dal vento. Timpamara è quindi anche un luogo in cui la letteratura è nell’aria, e gli abitanti hanno i nomi dei più celebri scrittori e personaggi letterari. [Continua in basso]
Nella sua funzione di guardiano del cimitero, Astolfo si imbatte in una lapide senza nome e senza data; solo una foto con un volto bellissimo lo convince che lì sia sepolta l’eroina del suo romanzo preferito, Emma Bovary. Malinverno ama i libri in modo viscerale, e si innamora di quell’immagine, se ne prende cura, come se fosse viva. Finché un giorno il volto di quella fotografia non gli compare davanti in carne e ossa. È da qui che parte la sua avventura. Chi è la donna che ha visto? Da dove viene? Come può essere identica alla donna della lapide? La sua storia, nel cercare di venire a capo del mistero, si intreccia con altre storie, con altri uomini e altre donne: Anatolio, il Proust di Timpamara che scrive la sua Recherche; Isaia, il tecnico del suono appassionato di metafonia che tenta di registrare le voci dei morti; Fiodoro e Margherita, legati da un amore che supera ogni confine. Queste e tante altre vite si intrecciano con quella di Malinverno, che, per fuggire una triste esistenza, vive una vita interiore immerso nelle letture, riscrivendo i finali dei “libri imperfetti” (quelli che non si concludono con la morte del protagonista). In fondo, le sue due mansioni non sono così diverse, c’è qualcosa che lega i libri e la morte, e Astolfo se ne renderà conto. In questo commovente romanzo, Domenico Dara affronta in modo delicato l’eterno tema della morte, ma riflettendo sulla morte, allo stesso tempo, riflette sull’essenza della vita, sull’amore, su ciò che conta davvero.