Mileto incontra il testimone di giustizia Rocco Mangiardi: «La mafia non crea lavoro» (VIDEO)
L’imprenditore autore di un libro di poesie. All’incontro presenti anche i genitori di Francesco Prestia Lamberti
Pubblico numeroso e attento all’incontro con Rocco Mangiardi, svoltosi nella splendida cornice del Parco archeologico medievale di Mileto antica. A confrontarsi con un testimone di giustizia che, denunciando i suoi estorsori, ha dimostrato che un dito puntato nelle aule dei Tribunali è più forte delle pistole della ‘ndrangheta, il presidente dell’associazione “ApertAmente” Mariagilda Sorrentino. L’incipit per parlare di tali temi, il libro “Poesie d’amore, di fede e di ciarpame”, scritto dal coraggioso imprenditore con la prefazione di Agnese Moro, figlia dello statista della Democrazia cristiana ammazzato dalle Brigate Rosse. Mangiardi, sotto scorta dal 2009, dopo le minacce di morte ricevute dal clan Giampà di Lamezia, ha deciso di combattere il malaffare senza se e senza ma, di iniziare a vivere con la famiglia i giorni più belli della sua vita, di gustare passo passo quella magnifica sensazione della libertà che solo la scelta di stare dalla parte del bene e della giustizia può dare. Concetti ribaditi con forza anche ai piedi dei ruderi dell’Abazia benedettina, tra le vestigia dell’antica capitale normanna. “Rappresenta una bugia la convinzione che i mafiosi creano lavoro – ha spiegato tra l’altro l’imprenditore, ripercorrendo la sua vicenda – essi al contrario lo tolgono. E non è vero che i ragazzi se ne vanno dalla Calabria per mancanza di lavoro, ma al contrario si trasferiscono altrove perché gli adulti li cacciano non facendo nulla affinché rimangano. Rifarei tutto, magari con più meticolosità. I mafiosi sono solo una sparuta minoranza in questa regione. Per sconfiggere la mafia, però, c’è bisogno di smetterla di stare al balcone a guardare, e di rendersi finalmente artefici del proprio destino”. All’incontro, organizzato dal coordinamento provinciale di Libera contro le mafie in collaborazione con ApertAmente, il Cantiere musicale internazionale e l’associazione culturale Mnemosyne, hanno partecipato anche i genitori di Francesco Prestia Lamberti, il giovane di Mileto barbaramente ucciso da un coetaneo oltre un anno fa. Familiari, che ancora oggi chiedono che i tanti coni d’ombra che avvolgono la vicenda vengano dipanati, nonostante i 14 anni di carcere inflitti all’assassino reo confesso del figlio. Il dialogo su “Poesie d’amore, di fede e di ciarpame” è stato intermezzato da alcuni brani proposti dal maestro di canto del Cmi Caterina Francese. Tra i presenti all’incontro, anche il coordinatore provinciale di Libera Giuseppe Borrello.