mercoledì,Dicembre 25 2024

Recupero dell’ex palazzo vescovile di Mileto, il Codacons sprona il Comune

Dopo l’avvio della procedura per dichiarare l’immobile di interesse architettonico, dall’associazione giunge all’Ente l’invito a «porre in essere ogni azione idonea ad assicurarne la conservazione»

Recupero dell’ex palazzo vescovile di Mileto, il Codacons sprona il Comune

Dopo la notizia dell’avvio, da parte della Direzione generale di settore del Ministero per i beni e le attività culturali, della procedura tesa a dichiarare l’interesse architettonico dell’ex Palazzo vescovile di Mileto, oggi in mano a privati, arriva l’invito del Codacons al Comune a porre in essere ogni atto, azione e tutela idonea ad assicurarne la conservazione, la protezione e la messa in sicurezza, «in quanto eventuali danni – di qualsivoglia origine – potrebbero fortemente ledere l’immobile e l’interesse pubblico culturale ad esso sotteso». Del resto, quella riguardante la salvaguardia del settecentesco complesso architettonico, d’interesse internazionale per la tecnica costruttiva utilizzata in ambito antisismico, ha da tempo rivestito i caratteri d’urgenza. Il palazzo, infatti, così come ricorda il Codacons, «si presenta in una condizione di completa rovina», tale da metterne a repentaglio la sua permanenza, più per ragioni ed episodi di matrice umana che altro. Da qui la necessità «di un coinvolgimento delle parti economiche e sociali e degli altri portatori d’interessi in tutte le fasi di preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione della gestione della cosa pubblica». 

Nel caso in specie, oltre che del Dipartimento di Architettura dell’Università di Roma tre, di Codacons e del MiBact, anche del Comune di Mileto, della Regione Calabria e del Dipartimento di Protezione civile, «laddove si ribadisce che si tratta di una rarissima testimonianza della prima (settecentesca) ricostruzione post terremoto del 1783 tramite il sistema costruttivo antisismico “baraccato”, costituente un esempio di costruzione realizzata nel rispetto di un corpus di norme tecnico-giuridiche (il primo codice antisismico europeo) e tale da resistere alle scosse che si sono verificate negli anni a venire». Dopo anni di lassismo, abbandono ed incuria, finalmente sembra essere arrivata la svolta in tema di salvaguardia del prezioso bene. In attesa che il MiBact metta nero su bianco alla dichiarazione d’interesse architettonico dell’ex Palazzo vescovile e che il Comune si attivi in modo celere per preservarlo, Dipartimento di Architettura dell’Università di Roma tre e Codacons, nell’arco di tempo che va dal 16 al 28 agosto, accederanno agli atti riguardanti l’immobile. Un ulteriore passo, affinché il progetto possa andare a buon fine.     

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