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IL LIBRO/Un vescovo a cavallo tra Monarchia e Repubblica

La passione civile e il carisma spirituale del presule Enrico Nicodemo emergono nel nuovo libro di monsignor Filippo Ramondino. La recensione di Michele Furci.

IL LIBRO/Un vescovo a cavallo tra Monarchia e Repubblica

Il nuovo volume di mons. Filippo Ramondino, Enrico Nicodemo Vescovo di Mileto dal 1945 al 1953, Adhoc Edizioni SBV, 2015, mette in luce l’inedito periodo dell’ultimo dopoguerra vibonese. Si tratta di un pezzo di storia durante il quale ha operato l’illustre Vescovo, di cui l’autore ripercorre in maniera organica l’esperienza militese e il successivo impegno di Arcivescovo di Bari. Una storia molto significativa poiché il nuovo Pastore della diocesi di Mileto è nominato dopo circa due anni dalla morte del predecessore mons. Paolo Albera, deceduto il 27 ottobre del 1943.

Il Capitolo Diocesano, infatti, in piena guerra è costretto a nominare il 2 novembre seguente mons. Domenico Rocciolo, Vicario capitolare. Sicché, dal 3 novembre 1943 al 26 maggio 1945, la Diocesi rimase sede vacante. Ciò accadde per l’impossibilità del Capitolo Militese di relazionarsi con la Santa Sede giacché, dopo la fuga del re Vittorio Emanuele III a Brindisi, Roma dall’8 settembre 1943 rimase occupata dai tedeschi. L’autore descrive quanto successe nel territorio della Diocesi dal 6 maggio al 3 settembre del 1943, giorno dello sbarco delle forze alleate di terra. Le rovine e le vittime, causate dai ripetuti bombardamenti anglo-americani, avevano creato un clima di paura e di sbandamento nel sentirsi un’entità collettiva impotente e indifesa come comunità di popolo sovrano. Solo nelle campagne di Mileto, con il bombardamento del 16 luglio del 1943, si registrarono ben 39 morti, tra cui donne e bambini.

In quel clima, aggravato dalla mancanza di comunicazione per lo stato di guerra, la nomina del giovane Vescovo giunse soltanto il 24 gennaio 1945, per poi materializzarsi cinque mesi dopo. E’ una ricostruzione storica rilevante e molto importante, poiché tratta della fase costituente durante la quale si edificarono le basi del nuovo Stato, con la sua trasformazione da Monarchia costituzionale in Repubblica parlamentare. Quel periodo, che si avvia con le elezioni dell’Assemblea Costituente e il referendum del 2 giugno 1946, si chiuse con le elezioni politiche del 7 giugno del 1953. L’opera pastorale di mons. Nicodemo è ricostruita con il rigore scientifico da mons. Ramondino, giacché ogni periodo e argomento introdotto é corroborato sapientemente dai testi promanati dall’opera pastorale medesima. I tratti salienti, che hanno contraddistinto quegli otto anni, rilevano una forte e radicata presenza della Chiesa nel territorio che andava ben oltre la pura missione spirituale.

Il livello del buon lavoro di mons. Nicodemo si ebbe in occasione del Congresso Catechistico Diocesano, che si tenne a Vibo Valentia dal 28 maggio al 4 giugno 1950. Il Congresso, che ebbe una vasta eco nazionale per la grandiosità della partecipazione e per i contenuti elaborati, fu sostenuto dall’inedito quindicinale locale di cultura religiosa e sociale “Vivere”, diretto dal cofondatore mons. Aurelio Sorrentino. L’interessante volume di mons. Ramondino, oltre ad offrire uno spaccato di vita pastorale in una fase storica straordinariamente importante per la ricostruzione dell’Italia, è anche un libro di storia sociale della chiesa calabrese, fondamentale per il mondo laico e per l’insieme della società. In esso, seppure vi sia una ricostruzione che documenta gli atti della missione pastorale del Vescovo, c’è uno spaccato di vita reale nei comuni del territorio dell’allora grande diocesi di Mileto. Una comunità, quella guidata da mons. Nicodemo, che grazie allo scritto di mons. Ramondino, emerge per la passione civile delle sue genti, la competizione ideale e l’entusiasmo della propria rinascita dopo eventi drammatici e luttuosi quali furono gli anni intorno alla seconda guerra mondiale.

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