Il lavoro femminile negli anni ’60, il monologo teatrale “Dita di dama” approda a Vibo
La rappresentazione, promossa dalla Filcams Cgil, si terrà al Liceo Classico “Morelli” alle ore 10.30. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto al centro antiviolenza “Le Foglie di Dafne”
Dita di dama, ovvero il lavoro al femminile visto con gli occhi di una ragazza che, alla fine degli anni ‘60, suo malgrado, si vede costretta ad andare a lavorare in una fabbrica di televisori. Lei è Maria, e sue sono le “Dita di dama”, affusolate e curatissime, che danno il titolo allo spettacolo teatrale che Filcams Cgil (con la collaborazione del suo Centro Studi) ha voluto promuovere in tournée in diverse località italiane. Lunedì 7 maggio – grazie alla volontà della Filcams Cgil di Vibo Valentia – la rappresentazione si terrà anche a Vibo Valentia, nell’Auditorim del Liceo Classico “M. Morelli, alle ore 10.30, per rivolgersi particolarmente e direttamente ad una platea di giovani studenti.
Maria (interpretata da una bravissima Laura Pozone, che con Massimiliano Loizzi ha curato adattamento e regia dall’omonimo romanzo di Chiara Ingrao) vive nel periodo forse più vivo e tormentato della storia italiana, e si trova a fare i conti con le paure e le preoccupazioni dei giovani del tempo, non così lontane da quelle dei giovani d’oggi. Lo spettacolo si snoda tutto tra il 1969 e il 1972 (nel finale si farà cenno ai moti di Reggio Calabria), anni difficili, caratterizzati dalla nascita del terrorismo e della strategia della tensione, che però vengono lasciati ai margini di questa narrazione. La realtà storica viene vista con gli occhi di Maria, che non si rassegna ad un destino che appare già scritto (è il padre padrone a scegliere per lei l’ingresso in fabbrica) e affronta le difficoltà della vita con la sagace ironia che le permette di ritagliarsi addosso i panni della “dura”, di donna forte capace di scrollarsi di dosso la timidezza conquistando ampi spazi di libertà e dignità.
Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto al centro antiviolenza “Le Foglie di Dafne”.