Mileto: il mistero dello stemma vescovile dell’Episcopio
Uno identico si trova sul portale della cattedrale di Caiazzo, in provincia di Caserta
Appartiene al vescovo Giuseppe Antonio Piperni lo stemma allocato da decenni all’interno del cortile dell’ottocentesco Episcopio di Mileto. In tanti ad oggi si erano chiesti del perché della presenza nella cittadina normanna di tale scudo marmoreo, visto che nessuno dei presuli titolari della cattedrale miletese nei circa mille anni di storia aveva utilizzato tale segno distintivo. La chiave d’interpretazione è semplice. L’emblema, in effetti, non è appartenuto a nessuno dei vescovi che dal 1081 ad oggi hanno guidato la diocesi, ma ad un componente di una delle famiglie più illustri della città, nel 1058 elevata da Ruggero I d’Altavilla a capitale della propria contea normanna. Appunto, di quel monsignor Giuseppe Antonio Piperni che dal 22 luglio del 1754 al 1779, anno della sua morte, ha rivestito il prestigioso ruolo di prelato della diocesi di Caiazzo, in provincia di Caserta. Ancora oggi, del resto, un identico stemma si trova sul portale centrale della cattedrale intitolata a “Santa Maria Assunta e a Santo Stefano vescovo” della stessa città campana. I Piperni sono stati uno dei casati più facoltosi dell’antica urbe normanna, tant’è che il loro palazzo era situato davanti all’edificio vescovile e nelle immediate vicinanze della chiesa cattedrale. L’edificio crollò a causa del funesto e disastroso terremoto che nel 1783 si abbattè sulla città e costrinse i miletesi a ricostruire l’abitato a due chilometri di distanza dal vecchio sito, sull’attuale pianoro a dorso di asino. Monsignor Giuseppe Antonio Piperni era morto quattro anni prima a Caiazzo. Uno dei suoi stemmi vescovili, con ampi riferimenti a quello della famiglia, con molta probabilità era stato nel frattempo trasportato nella sua città natale, in ultimo nell’attuale nuovo abitato, nel cortile dell’Episcopio.