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“Spigolature”: ecco l’ultima fatica letteraria dello studioso Filippo Bartuli

La miscellanea di studi del fine ricercatore d’archivio, edita dall’Accademia Milesia, permette di aprire uno squarcio di luce sulla storia civile di Mileto

“Spigolature”: ecco l’ultima fatica letteraria dello studioso Filippo Bartuli
Filippo Bartuli

È un volume che apre uno squarcio di luce sulla storia civile di Mileto, da sempre raccontata privilegiando perlopiù l’aspetto religioso. In modo scientifico, grazie a prove documentali inoppugnabili e senza lasciare nulla d’intentato. Una ricerca certosina, che fa emergere una delle caratteristiche principali dell’autore, quella del “topo” d’archivio con una passione viscerale per la propria terra natia. Questa, in breve, è “Spigolature”, la miscellanea di studi del professore Filippo Bartuli, secondo volume della collana storica “Bibliotheca Miletensis” edita dall’associazione culturale “Accademia Milesia”.

La copertina del libro

La raccolta rende merito alla lunga e diligente indagine storica svolta dal 93enne fine studioso e cultore delle proprie radici civiche e comunitarie. L’autore, attraverso questa sua ultima fatica letteraria, conduce il lettore quasi per mano lungo un arco temporale che, partendo dal 939, anno di datazione del più antico documento sulle origini di Mileto, giunge fino al 1943 e alle tragiche fasi in cui le incursioni aeree anglo-americane, a conclusione della seconda guerra mondiale, provocarono la morte di 39 civili inermi, in fuga in località Carasace.

«Mileto, distrutta da terremoti del 1783 – spiega lo stesso professore Bartuli introducendo “Spigolature” – venne lentamente ricostruita con le stesse pietre delle chiese, dei palazzi e delle case della vecchia città perdendo i monumenti (Abbazia, Cattedrale, Conventi, palazzi signorili) che rendono ancora la cittadinanza orgogliosa di riferirsi ai fasti del regno normanno e alla memoria di Ruggero I d’Altavilla. La Mileto odierna è dimentica di se stessa, guarda ai tanti secoli passati senza leggere la continuità ineludibile della sua storia che nessun terremoto può per quanto devastante cancellare. Chi ne conosce il tempo e le vecchie carte sa che è possibile attraverso fogli ingialliti far rivivere uomini e donne che vissero in quel posto per 700-800 anni, migliaia di loro antenati, le cui ceneri sono poste sotto il pavimento della Badia e della Cattedrale».

La presentazione del libro, curato da Franco Galante, è del presidente dell’Accademia Milesia monsignor Filippo Ramondino.

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