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«È Rinascita Scott 2», Gratteri spiega il filone vibonese dell’inchiesta Petrol-mafie

Il procuratore di Catanzaro illustra le propaggini dell’operazione che ha portato complessivamente all’emissione di 71 misure cautelari: Il comandante del Ros: «Il punto di partenza è stato il consigliere regionale Pietro Giamborino»

«È Rinascita Scott 2», Gratteri spiega il filone vibonese dell’inchiesta Petrol-mafie

di Luana Costa
«È una Rinascita Scott 2». Così il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha definito il filone vibonese dell’inchiesta Petrol-mafie che ha saputo tenere assieme quattro direzioni distrettuali antimafia italiane – Catanzaro, Reggio Calabria, Napoli e Roma – e che ha fatto luce sugli interessi della criminalità organizzata nel settore dei prodotti pretoliferi, portando all’emissione di 71 misure cautelari (QUI I NOMI DEGLI INDAGATI)

Il punto di partenza

In particolare, le indagini della Dda di Catanzaro si sono originate proprio dalla maxi inchiesta Rinascita Scott scattata nel dicembre del 2019. «Il punto di partenza – ha chiarito il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto – è stato il consigliere regionale Pietro Giamborino e i suoi rapporti con due imprenditori vibonesi, Giuseppe e Antonio D’Amico, che vantavano uno stretto rapporto Luigi Mancuso».

Il business del petrolio a Vibo

«Una cosa mi ha colpito di questa operazione» ha rimarcato il procuratore Nicola Gratteri. «Un incontro avvenuto nel gennaio del 2019 a Vibo Valentia all’Osteria da Roberto, durante il quale l’imprenditore D’Amico dotato di un grande stabilimento di carburanti a Maierato incontrava un rappresentante del Kazakistan, un estrattore petrolifero giunto a Lamezia Terme con due interpreti e accompagnato da due broker arrestati questa notte a Milano. Il progetto era quello di far arrivare il petrolio a Vibo Valentia attraverso la creazione di un box nel porto a cui far attraccare le petroliere. Da qui far giungere il petrolio direttamente nel deposito dell’imprenditore attraverso un grande tubo».

Ma di incontri gli investigatori ne hanno documentati anche altri, come riferito in conferenza stampa dal generale Pasquale Angelosanto. Ad esempio, a marzo del 2019 a Maierato gli imprenditori vibonesi incontrano esponenti catanesi di Cosa Nostra.

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