sabato,Novembre 23 2024

Rinascita: il controesame di Moscato sulle posizioni di Morelli, Startari, Tomaino e Barbieri

Rispondendo alle domande dell’avvocato Giuseppe Di Renzo, il collaboratore ha chiarito diversi aspetti non dichiarati a verbale

Rinascita: il controesame di Moscato sulle posizioni di Morelli, Startari, Tomaino e Barbieri

E’ stata la volta anche dell’avvocato Giuseppe Di Renzo oggi nel controesame da parte delle difese del collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato nel maxiprocesso Rinascita-Scott. Si è ritornati quindi a parlare del ruolo dell’imputato Marco Startari cognato di Salvatore Morelli, quest’ultimo attualmente latitante e del bar a Vibo dello stesso Startari che l’imputato avrebbe voluto incendiare per truffare l’assicurazione. Se nel corso dell’esame del 16 marzo scorso, il collaboratore aveva affermato di essersi recato ad incendiare il bar insieme a Mommo Macrì, il quale sarebbe rimasto ferito alla schiena dalle fiamme, su contestazione della difesa il collaboratore ha spiegato che effettivamente nel verbale con le originarie dichiarazioni sul punto aveva indicato la persona di Angelo David di Piscopio – e non Mommo Macrì – quale soggetto che l’aveva accompagnato per incendiare il bar. Nel corso del controesame, quindi, il collaboratore ha confermato la versione originaria resa nel corso del verbale indicando quale suo complice Angelo David. Al tempo stesso, rispondendo alle domande dell’avvocato Giuseppe Di Renzo, il collaboratore ha affermato di non essere a conoscenza del contenuto delle imbasciate che Startari avrebbe portato ai Piscopisani per conto del proprio cognato Salvatore Morelli, quest’ultimo posto ai vertici di una delle tre ‘ndrine che si sarebbe divisa la città di Vibo Valentia. [Continua in basso]

moscato raffaele
Raffaele Moscato

Altra precisazione importante ottenuta dal difensore riguarda invece l’arco temporale delle condotte riferite a Salvatore Morelli da parte di Raffaele Moscato. Il collaboratore ha spiegato che ha fatto riferimento a fatti anteriori al 2010. Quindi, nella prospettazione della difesa, già coperte dal giudicato della sentenza definitiva nata dall’operazione antimafia “The Goodfellas”. Altre domande e contestazioni hanno poi riguardato la figura dell’imputato Francesco Barbieri di Pannaconi di Cessaniti del quale il collaboratore ha riferito in aula alcuni particolari non dichiarati invece a verbale. Infine su Domenico Tomaino, detto “U Lupu”, altro cognato di Salvatore Morelli e indicato quale componente del gruppo guidato all’epoca da Andrea Mantella, il collaboratore ha riferito di non essere a conoscenza di specifici fatti criminali da attribuire all’imputato. Tomaino è anche lui latitante.

LEGGI ANCHE: Rinascita Scott, l’ex killer Moscato: «Noi Piscopisani eravamo criminali veri»

Articoli correlati

top