‘Ndrangheta: processo “Ragno” contro il clan Soriano, chieste sei condanne in appello
Dura requisitoria della Procura generale per l’operazione antimafia contro la consorteria di Filandari condotta dalla Dda e dai carabinieri della Stazione di Vibo
Dure richieste di condanna in Corte d’Appello per gli imputati del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Ragno” contro il clan Soriano di Filandari scattata nel novembre del 2011. La Procura generale di Catanzaro ha chiesto le seguenti condanne: 16 anni e 3 mesi di reclusione per Leone Soriano, 55 anni; 16 anni ed un mese per Gaetano Soriano (fratello di Leone); 13 anni e 6 mesi di carcere per Carmelo Soriano (figlio di Gaetano); 14 anni per Giuseppe Soriano (figlio dello scomparso Roberto Soriano); 3 anni e 4 mesi per Graziella Silipigni (madre di Giuseppe Soriano); 9 anni ed 8 mesi per Giuseppe Parrotta. [Continua in basso]
L’inchiesta “Ragno” ha permesso di ricostruire (coordinata dall’allora pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna, e condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Vibo guidati dall’allora comandante Nazzareno Lopreiato) gli affari e gli assetti della “famiglia” Soriano di Pizzinni di Filandari. Il 28 maggio 2014 si era però registrata una raffica di assoluzioni per tutti gli imputati ad opera del Tribunale di Vibo Valentia, presieduto all’epoca dal giudice Fabio Regolo, ora pm alla Procura di Catania. La Corte d’Appello il 28 maggio 2015 aveva totalmente ribaltato il verdetto di primo grado stabilendo dure condanne. Il 20 aprile 2016, infine, la Cassazione aveva annullato con rinvio le condanne ordinando un nuovo processo d’appello per tutti gli imputati giunto ora alle nuove richieste di pena.
Nel collegio di difesa gli avvocati: Diego Brancia, Daniela Garisto, Giovanni Vecchio, Salvatore Staiano, Giuseppe Lopresti.
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