Bocconi avvelenati alla pineta di Pizzo: cagnolina salvata dalle volontarie dell’Enpa
L'hanno chiamata Ignazia in onore della persona che le ha prestato il primo soccorso
Bocconi avvelenati sono stati piazzati alla pineta Colamaio, nei pressi di Porto Ada. A denunciare l’episodio sono le volontarie dell’Enpa di Pizzo che hanno presentato una formale denuncia contro ignoti. L’episodio si è verificato ieri mattina. Durante una passeggiata alcune persone hanno notato una cagnolina in difficoltà. Le forze dell’ordine immediatamente avvisate, hanno a loro volta allertato il veterinario reperibile, il quale, stando alla denuncia delle volontarie «non è intervenuto limitandosi a dare consigli telefonici sul da farsi».
Cagnolina in fin di vita salvata dall’Enpa
Ma le condizioni della bestiolina – avvelenata come risulterà dalle analisi successive – apparivano così gravi da convincere un uomo a contattare L’Enpa: «Arrivate sul posto, ci siamo subito rese conto – scrivono – della situazione disperata. La cagnolina aveva spasmi incontrollati, il veleno era in circolo da molto tempo e dava già segni neurologici». La corsa in clinica e il primo soccorso effettuato dalle persone che si trovavano sul posto le hanno salvato la vita, ma resta comunque in prognosi riservata. «L’ episodio – denuncia l’Enpa – mette in evidenza una serie di scaricabarile. La stessa associazione ricorda gli obblighi a cui forze dell’ordine e veterinari ASP devono adempiere, ovvero il pronto intervento.
Spargere polpette avvelenate è un reato
Allo stesso tempo mette in guardia i proprietari dei cani sulla presenza di bocconi avvelenati alla pineta. E non ultimo ricorda che il codice penale (art. 544-bis) punisce l’uccisione di animali per crudeltà o senza necessità. «Spargere polpette avvelenate allo scopo di uccidere animali – dicono – è un reato punibile con la pena della reclusione sino a 18 mesi». Ora il pensiero va alla cagnolina che le volontarie dell’Enpa hanno chiamato Ignazia, «in onore della persona che ha allertato le istituzioni e le associazioni, e le ha fatto il primo soccorso, senza il quale probabilmente sarebbe morta prima del nostro intervento».
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