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“Rimpiazzo”: la sentenza contro il clan dei Piscopisani e il risarcimento alle parti civili

Non regge l’accusa di intestazione fittizia per un negozio di abbigliamento a Vibo, mentre trova conferma la contestazione per un noto bar. Ecco le pene accessorie e gli episodi che superano il vaglio del giudice

“Rimpiazzo”: la sentenza contro il clan dei Piscopisani e il risarcimento alle parti civili
Rosario Fiorillo

Regge la principale accusa dell’operazione “Rimpiazzo” contro il clan dei Piscopisani, ovvero l’associazione mafiosa, e dopo l’operazione “Crimine”, che per la prima volta aveva riconosciuto l’esistenza di un’organizzazione ‘ndranghetista nella frazione di Vibo Valentia, vengono colpiti tutti (o quasi) gli affiliati. Nell’operazione “Crimine” del 2010, conclusa dalla Dda di Reggio Calabria, erano stati infatti coinvolti solo due dei vertici del clan dei Piscopisani e da qui l’importanza ora della sentenza in abbreviato che ha portato a severe condanne per gli altri vertici del clan e per i sodali del gruppo mafioso. La pena più pesante va a Rosario Fiorillo (19 anni e 4 mesi), seguito da Sasha Fortuna (fratello di Davide Fortuna, ucciso nel 2012 sulla spiaggia di Vibo Marina), condannato a 17 anni e 4 mesi, mentre ad 11 anni è stato condannato Nazzareno Fiorillo, di 55 anni, detto “U Tartaru”, indicato quale capo del “locale” di ‘ndrangheta di Piscopio, ed a 9 anni Giovanni Battaglia. [Continua dopo la pubblicità]

moscato raffaele
Raffaele Moscato

LE PARTI CIVILI

Le parti offese individuate dalla Dda di Catanzaro con l’operazione Rimpiazzo – condotta sul “campo” dalla Squadra Mobile di Vibo – sono in totale 35, ma soltanto alcune fra queste si sono costituite parti civili ottenendo ora la condanna degli imputati al risarcimento dei danni. In particolare, Raffaele Moscato (collaboratore di giustizia, al quale sono andati 8 anni ed 8 mesi di reclusione) è stato condannato al risarcimento dei danni in favore delle seguenti costituite parti civili: Pubbliemme srl, Giuseppe Lopreiato, ristoratore di Vibo Marina, F.lli Corigliano sas con sede a Vibo in località Aereoporto, F.lli Nusdeo srl con sede a Vibo, da liquidarsi in separata sede, oltre al pagamento delle spese di costituzione e difesa liquidate complessivamente in 1.900 euro. Raffaele Moscato, questa volta unitamente a Rosario Fiorillo, sono stati poi condannati al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili Marcello Gaglioti di Lamezia Terme e Chiaromonte srl con sede legale a Triparni, anche in questo caso da liquidarsi in separata sede.

Nazzareno Felice

Giovanni Battaglia, Rosario Fiorillo, Francesco La Bella (di 48 anni, di Piscopio, condannato a 8 anni e 8 mesi), Nazzareno Fiorillo, Raffaele Moscato, Luigi Maccarone (di 43 anni, di Limbadi, condannato a 2 anni), Michele Fiorillo (cl. ’87, condannato a 3 anni), Sasha Fortuna, Gaetano Rubino (di 40 anni di Ficarazzi – Pa -, 6 anni e 4 mesi), Giovanni Giardina (di 43 anni, di Palermo, condannato a 6 anni), Saverio Merlo (di 43 anni, di Piscopio, 4 anni e 8 mesi), Giuseppe Merlo (di 47 anni, di Piscopio, 4 anni e 8 mesi), Nazzareno Felice (di 60 anni, di Piscopio, 8 anni e 4 mesi), Michele Suppa (di 29 anni, di Vibo Valentia, condannato a 2 anni, pena sospesa e non menzione), Mario Lo Iacono (di Vibo Marina, 6 anni e 8 mesi) sono stati tutti condannati al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili: Regione Calabria, Provincia di Vibo Valentia, Comune di Vibo e Associazione Antiracket di Vibo da liquidarsi in complessivi ventimila euro per ciascuna di esse, oltre alle spese di costituzione e difesa che liquida in complessivi 1.900,00 euro per ciascuna di esse. [Continua in basso]

Sacha Fortuna

LE CONFISCHE

Il gup, Paola Ciriaco, ha altresì ordinato la confisca di una serie di beni riconducibili a Nazzareno Fiorillo, alias “U Tartaru”, ed in particolare di quattro fabbricati a Ionadi di cui due intestati a Michele Fiorillo. Fra i beni di Sasha Fortuna di cui è stata ordinata la confisca ci sono un appartamento a Monzuno (Bo) e una Fiat 500.  

LA LIBERTA’ VIGILATA

Una volta espiata la pena, Giovanni Battaglia, Nazzareno Felice, Nazzareno Fiorillo, Rosario Fiorillo, Sasha Fortuna, Francesco La Bella, Saverio Merlo, Giuseppe Merlo e Raffaele Moscato dovranno osservare la misura della libertà vigilata per la durata di due anni.

LE INTERDIZIONI

Quale pena accessoria è stata inflitta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per: Rosario Fiorillo, Sasha Fortuna, Giovanni Giardina, Francesco La Bella, Mario Loiacono, Giovanni Battaglia, Nazzareno Felice, Raffaele Moscato, Gaetano Rubino, Nazzareno Fiorillo. Cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, invece, per: Saverio Merlo e Giuseppe Merlo.  [Continua in basso]

Rosario Battaglia

LE CONTESTAZIONI

Fra le tentate estorsioni contestate, quella ai danni delle imprese Cooperativa Costruzioni calabrese e Chiaramonte srl, impegnate nei lavori di ripristino dell’officiosità idraulica del fosso Calzone a Vibo Marina. Il 15 settembre 2011 Raffaele Moscato (attuale collaboratore di giustizia e ritenuto l’esecutore materiale) avrebbe dato fuoco ad un box adibito ad ufficio dalle due ditte. Mandanti dell’attentato vengono indicati i cugini Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo.

Il 28 marzo 2011, quindi, Raffaele Moscato  e Michele Silvano Mazzeo (che ha scelto il rito ordinario) di Mileto sono accusati di aver messo a segno una rapina che ha fruttato oltre 130mila euro. Vittima in questo caso la società “Fratelli Corigliano sas”. Moscato si sarebbe introdotto nell’ufficio della società, sito in località Aereoporto di Vibo Valentia, utilizzando un casco integrale ed impugnando una pistola calibro 45 che ha poi puntato verso un dipendente intimandogli di consegnare il denaro. Ad accompagnare Moscato ci sarebbe stato Michele Silvano Mazzeo, indicato quale ideatore e promotore della rapina.

Saverio Merlo
Giuseppe Merlo

Il 28 agosto 2011 Raffaele Moscato ha poi portato a termine altra rapina a Vibo Valentia ai danni di Antonio Gramendola e Leonardo Rubino ai quali sono stati sottratti gioielli per un valore superiore a ventimila euro.

Nell’ottobre successivo (10-10-2011) ulteriore rapina a mano armata contestata a Raffaele Moscato. Ad essere presa di mira è stata la gioielleria “Dolci Ricordi”, sita su corso Umberto I  a Vibo Valentia, con la sottrazione di gioielli per oltre ventimila euro. Il 23 novembre 2011 il futuro collaboratore Raffaele Moscato era accusato di aver compiuto altra rapina ai danni del supermercato Despar di via Don Mellano a Vibo Valentia. In questo caso il “bottino” ammonta a sole 250 euro. Oltre tremila euro, invece, la somma rapinata il 27 novembre 2011 all’esercizio commerciale “Fratelli Nusdeo” di via Vittorio Veneto a Vibo Valentia. Anche in questo caso l’accusa è rivolta al solo Raffaele Moscato. La pretesa dell’esecuzione di lavori di ristrutturazione nell’abitazione di Rosario Fiorillo, alias “Pulcino”, ad opera dell’imprenditore Domenico Bono costano invece il ferimento di quest’ultimo a colpi di pistola, esplosi al suo indirizzo da Raffaele Moscato il 18 marzo 2011.

Giovanni Battaglia

L’INTESTAZIONE FITTIZIA DI BENI FRA CONFERME E ASSOLUZIONI

Scorrendo i capi d’accusa mossi dalla Dda di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta “Rimpiazzo” contro il clan dei Piscopisani spiccavano alcune presunte intestazioni fittizie, due delle quali non hanno retto al vaglio del giudice. Ad iniziare da quella relativa al negozio di abbigliamento “Fiorillo” ubicato sul centralissimo corso Vittorio Emanuele III a Vibo Valentia, che vede assolti i fratelli Rosario e Marco Fiorillo, con il primo accusato di aver fittiziamente intestato al secondo l’attività commerciale al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale.

Non regge neanche l’intestazione dello storico pub “Pequod” di Vibo Valentia che vede l’assoluzione di Giovanni Battaglia, mentre già in udienza preliminare era stato prosciolto Salvatore Carnovale. Regge invece l’accusa di intestazione fittizia mossa a Giovanni Battaglia in relazione al noto American bar di Vibo Valentia. In particolare, Rosario e Giovanni Battaglia nel 2010 avrebbero assunto la qualità di titolari e gestori dell’American Bar occultando la loro posizione e facendo apparire Simone Prestanicola quale socio accomandatario della società. Rosario Battaglia e Simone Prestanicola hanno scelto il processo con rito ordinario.

Nazzareno Fiorillo

Altra intestazione fittizia di beni era quella contestata a Nazzareno Fiorillo, alias “U Tartaru” (ritenuto al vertice del “locale” di ‘ndrangheta di Piscopio) Michele Fiorillo (cl. ’87) e Michele Suppa. I primi due – secondo l’accusa – avrebbero attribuito proprio a Suppa la legale rappresentanza della società “Pneus F.N.P. srl” con sede a Vena di Ionadi. Nazzareno Fiorillo da tale accusa è stato però assolto, venendo invece condannati Michele Fiorillo (cl. ’87) e Michele Suppa.

NESSUN COLPEVOLE PER LA BOMBA ALLA PALESTRA EGOFITNESS

Non regge, infine, la contestazione mossa a Sasha Fortuna di aver fatto esplodere il 5 gennaio del 2010 un potente ordigno che ha danneggiato in via Barrio a Vibo Valentia la palestra denominata Egofitness gestita da Domenico Limardo, fratello dell’attuale sindaco Maria Limardo. Secondo l’accusa, la bomba sarebbe stata collocata per favorire l’attività di altra palestra gestita da Michele Fortuna, padre di Sasha. Un’accusa che però non ha superato il vaglio del giudice in quanto per tale capo di imputazione Sasha Fortuna è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.

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