Serra San Bruno, tenta di far esplodere negozio e casa del figlio: fermato per il reato di strage (VIDEO)
L’uomo ha dato fuoco all'auto di sua proprietà contenente tre bombole e cinque taniche di benzina. Provvidenziale l’intervento del congiunto che ha domato le fiamme evitando il peggio. Il movente legato a dissidi familiari
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di Serra San Bruno hanno fermato Orlando Figliucci, 72 anni, originario di Feroleto della Chiesa, il quale avrebbe tentato di far esplodere un’autovettura nei pressi del mobilificio del figlio.
I fatti. Alle ore 14 circa della giornata di ieri venivano allertati i carabinieri della locale Compagnia che intervenivano prontamente in via Pisani a Serra San Bruno. Nell’immediatezza i militari dell’Arma notavano un’autovettura in fiamme e una persona intenta a domarle. Allo stesso tempo, i carabinieri, prontamente, rintracciavano l’autore del reato il quale si era dato alla fuga nascondendosi tra gli alberi.
Gli accertamenti. Dopo aver bloccato il 72enne, i carabinieri si portavano verso l’autovettura, una Fiat Croma risultata poi di proprietà dello stesso Figliucci e notavano, con estremo stupore, che all’interno della stessa erano stivate tre bombole piene di gas e cinque taniche di benzina, quantitativo sufficiente a far esplodere un intero palazzo. Veniva accertato che l’uomo, dopo aver versato sul terreno una tanica di benzina dal cancello d’ingresso fino all’autoveicolo, gli aveva dato fuoco con l’intento di farlo esplodere per distruggere sia il negozio che gli appartamenti sovrastanti.
Provvidenziale l’intervento del figlio di Figliucci che si è occupato di domare le fiamme ed allo stesso tempo il tempestivo intervento dei militari dell’Arma che hanno rintracciato immediatamente l’autore del reato.
Il fermo. Dopo i vari accertamenti, visti i concomitanti indizi di reato, i carabinieri decidevano di operare un fermo per il reato di strage. Il fermato, dopo le varie formalità di rito, è stato tradotto nel carcere di Vibo Valentia in attesa delle determinazioni della magistratura.
Il movente. Gli inquirenti stanno cercando di far luce sul possibile movente che ha portato l’anziano a porre in essere l’insano gesto ma, dalle prime indiscrezioni, il tutto sembrerebbe riconducibile a vari dissidi familiari tra il fermato, suo figlio, proprietario del mobilificio, e sua moglie, che nel momento in cui è stato posto in essere il tentativo di “attentato” si trovava nella sua abitazione sita sopra il mobilificio.